La Cina limita l’uso della tecnologia di riconoscimento facciale

L’autorità cinese di regolamentazione del cyberspazio ha pubblicato una bozza di norme per supervisionare l’uso della tecnologia di riconoscimento facciale, tra le preoccupazioni dell’opinione pubblica per il suo uso eccessivo e l’invasione della privacy dei cittadini dopo l’uso diffuso di questa tecnologia e di numerose telecamere in tutta la Cina.

Nonostante l’introduzione di severe misure di protezione, le nuove norme prevedono eccezioni per l’uso di questa tecnologia nel contesto della sicurezza nazionale, scrivono i media mondiali.

La Cyberspace Administration of China ha affermato che, in base alle nuove regole, la tecnologia di riconoscimento facciale può essere utilizzata per elaborare le informazioni facciali solo quando esiste uno scopo specifico e una necessità sufficiente e con rigorose garanzie.

Secondo Reuters, l’identificazione biometrica, compreso il riconoscimento facciale, è diventata molto diffusa in Cina.

Le nuove regole per limitare l’uso della tecnologia di riconoscimento facciale sono state proposte come parte degli sforzi di Pechino per rafforzare la regolamentazione dei dati emanando una serie di nuove regole e leggi.

Secondo Reuters, la Cina ha compiuto il passo più importante introducendo la prima legge incentrata sulla privacy degli utenti, la Legge sulla protezione dei dati personali, nel 2021, nel tentativo di impedire alle aziende di abusare dei dati degli utenti.

Le norme proposte avvicinano la posizione della Cina sull’uso privato e commerciale del riconoscimento facciale agli standard occidentali, comprese le norme proposte dall’Unione Europea e dai governi locali negli Stati Uniti, ha scritto il Wall Street Journal, indicando che sono ancora previste eccezioni per l’uso di riconoscimento facciale. tecnologia in relazione alla sicurezza nazionale, che è una caratteristica comune delle norme cinesi sulla sicurezza e sui dati.

Questa proposta, aggiunge il quotidiano americano, è l’ultima di una serie di misure adottate dal governo cinese per imporre limiti al modo in cui le aziende utilizzano i dati e l’intelligenza artificiale, guidando così gli sforzi globali per regolamentare le tecnologie avanzate.

L’uso del riconoscimento facciale in Cina è aumentato negli ultimi sette anni, con la possibilità di utilizzare il proprio volto per identificarsi nei centri commerciali, negli edifici per uffici, negli aeroporti e negli hotel, osserva il Journal, aggiungendo che i consumatori cinesi possono scegliere di utilizzare il proprio volto. pagare articoli in determinati negozi, entrare negli edifici e verificare la propria identità prima di salire sull’aereo.

Le telecamere di sorveglianza sono onnipresenti in molte città cinesi e alcune delle più grandi aziende cinesi che offrono il riconoscimento facciale hanno sviluppato collaborazioni con la polizia locale per fornire la tecnologia per scopi di sicurezza, che, secondo il quotidiano statunitense, include non solo il monitoraggio dei criminali, ma anche dei dissidenti. minoranze e altri che il governo considera una minaccia alla sicurezza nazionale.

La tecnologia è anche al centro delle critiche internazionali rivolte a Pechino per il trattamento riservato alle minoranze etniche nella regione nordoccidentale dello Xinjiang, dove il governo cinese ha portato avanti una campagna di assimilazione etnica forzata dei musulmani. La Cina respinge le critiche, affermando che sta conducendo una campagna per prevenire il terrorismo nello Xinjiang.

L’introduzione delle fotocamere intelligenti è stata accolta con entusiasmo o indifferenza da molte persone in Cina, viste come una nuova tecnologia nella vita quotidiana, ma i leader cinesi sono stati scontenti dell’uso diffuso del riconoscimento facciale. Un sondaggio d’opinione pubblica del 2019 sul riconoscimento facciale condotto dal Centro Nandu per la protezione dei dati personali ha rilevato che i cinesi comuni sono sempre più preoccupati per la fuga dei loro dati personali a causa della mancanza di sicurezza.

La Cina si è mossa per limitare la tecnologia di riconoscimento facciale dopo la reazione pubblica e la crescente opposizione alle telecamere installate anche nei bagni pubblici per attivare i distributori di carta igienica, riferisce il Times.

I critici hanno espresso preoccupazione non solo per l’invasione della privacy, ma anche per la possibilità che la tecnologia possa essere utilizzata per la sorveglianza a vantaggio del regime autoritario cinese.

Diverse società cinesi di riconoscimento facciale e sorveglianza, tra cui Hikvision di proprietà statale, sono sulla lista delle sanzioni statunitensi per il loro presunto ruolo nella repressione del regime.

SenseTime è stata anche inserita nella lista nera nel 2019 per aver utilizzato la sua tecnologia nella sorveglianza di massa nello Xinjiang, dove i membri della minoranza musulmana uigura sono perseguitati.

Nel corso di una fiera di settore a Pechino a giugno, diverse aziende hanno presentato prodotti che secondo loro potrebbero identificare comportamenti “indesiderati” e scansionare volti da più di 100 metri di distanza.

Secondo l’Agence France-Presse, la Cina è uno dei paesi più monitorati al mondo, con migliaia di telecamere a circuito chiuso sparse per le città, mentre la tecnologia di riconoscimento facciale è ampiamente utilizzata in ogni ambito, dalle forze dell’ordine quotidiane alla repressione politica.

In futuro, le aziende che utilizzano la tecnologia di riconoscimento facciale in Cina dovranno ottenere il consenso o l’autorizzazione legale prima di raccogliere dati personali, afferma la bozza di regolamento, anche se chiarisce che le regole non si applicheranno a determinate organizzazioni.

Il progetto di regolamento pubblicato dalla CAC avverte che l’uso di questa tecnologia deve “rispettare le leggi e i regolamenti, obbedire all’ordine pubblico, rispettare la moralità sociale, assumersi la responsabilità sociale e adempiere agli obblighi di protezione dei dati personali”.

Jolanda Dellucci

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