Un hotel ad Antibes è stato requisito dal prefetto delle Alpi Marittime per accogliere i tanti minori non accompagnati che hanno varcato il confine tra Italia e Francia. Una situazione inaccettabile per il sindaco del paese, Jean Leonetti.
Una situazione che non piace a tutti. E’ in un hotel di Antibes che sono state riservate 120 camere per minori non accompagnati, per il momento per un periodo di un mese. Secondo il prefetto la situazione potrebbe diventare definitiva.
Il suo desiderio di accogliere questi giovani migranti, di aiutare i centri di accoglienza che sono saturi, provoca la rabbia e l’incomprensione del sindaco LR del comune, Jean Leonetti. “Parliamo spesso della coppia sindaco-prefetto, ma qui il sindaco si è trovato con le spalle al muro, senza consultazione. Ancora una volta, lo Stato fallito nelle sue missioni sovrane e umanitarie, scarica sulle comunità”, ha dichiarato. nelle colonne di Figaro.
Numeri in crescita
“C’erano meno di 200 minori non accompagnati in Francia dieci anni fa, rispetto ai quasi 5.000 registrati in un anno oggi. Attualmente 700 giovani sono accolti in tutto il dipartimento perché un certo numero è stato collocato altrove e altri sono scappati. Osserviamo una fortissima accelerazione di questo fenomeno migratorio. L’aumento rappresenta il 40%. (…) I nostri confini sono setacci e lo Stato non ha i mezzi per affrontarli. È un’osservazione”, aggiunge Jean Leonetti.
Se la città di Antibes si trova a sud del dipartimento delle Alpi Marittime, i minori non accompagnati arrivano da Mentone, situata al confine franco-italiano. Considerati come persone vulnerabili, devono essere assistiti dalla protezione dei minori, che è di competenza dei dipartimenti.
Interpellato sul disegno di legge del governo sull’immigrazione, il sindaco di Antibes non esita a contestare direttamente Gérald Darmanin: “Le leggi non vengono rispettate e assistiamo a una sorta di rinuncia da parte dello Stato ad attuarle. Sento cosa dice il ministro dell’Interno sulla fermezza, ma i fatti non corrispondono alle parole.(…) Il divorzio permanente tra diritto e realtà fa perdere oggi ogni credibilità a questo governo”.
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