Top Ganna è tornato | Giro d’Italia 2024

Succede che anche un granatiere di 193 cm che sprizza potenza da tutti i pori possa emozionarsi per una vittoria al Giro d’Italia. Non importa cosa Filippo Ganna avrebbe già vinto sei tappe della Corsa Rosa, perché la tappa di oggi, la cronoscalata Castiglione delle Stivière ha Desenzano del Gardaera speciale per innumerevoli ragioni.

Innanzitutto la pressione di dover vincere a tutti i costi, su un percorso completamente pianeggiante e perfetto per le sue caratteristiche, e poi la necessità di vendicare la sconfitta subita a Perugia, quando Tadej Pogacar Gli aveva strappato dalle mani una vittoria che sembrava sua. Il piemontese era rimasto 256 giorni senza vincere – il suo digiuno più lungo da quando era diventato professionista se escludiamo la pandemia – non aveva ancora vinto quest’anno, e il suo trono di miglior cronometrista del mondo cominciava a traballare pericolosamente. E poi Pippo sente il dovere di dimostrare continuamente di essere il più forte, perché nessuno si accontenta, nonostante le numerose vittorie ottenute in questi anni, nelle cronometro, in pista, ovunque.

Un insieme di fardelli accumulati sulle sue spalle che non hanno fatto altro che aumentare la sua tensione e la sua impazienza di fronte ad un risultato che ne ritardava l’arrivo. E poi, quando è arrivato, Pippo si è lasciato trasportare in un grido liberatorio, un grido che ha fatto pace con tutti e ha dato un senso a tutti gli enormi sacrifici. 53.434 chilometri all’ora è stata la velocità media alla quale ha tagliato il traguardo sulle sponde del Lago di Garda. Delle 10 cronometro più veloci nella storia del Giro d’Italia, cinque sono state vinte da Ganna. Quindi giusto per evidenziare che tipo di broker è questo ragazzo di Verbania.

Questa volta si è dovuto ritirare anche la Maglia Rosa, Tadej Pogačar, che è comunque riuscito a guadagnare qualche decina di secondi sui diretti rivali. Con 3’41” di vantaggio sul secondo, Geraint Thomas, Tadej ha il vantaggio margine più ampio alla 14esima tappa dal 1990 e anno totalmente roseo di Gianni Bugno. E il meglio deve ancora venire, perché da domani arrivano le grandi montagne, le grandi piste, quelle che hanno ispirato scrittori e poeti. Da domani tutti nudi davanti alle Alpi.

Paolo Vecoli

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