Si conclude il più grande processo contro la mafia italiana dagli anni ’80

Internazionale21 novembre 2023, 13:28Autore: Dai a Baker

Il giudice ieri ha condannato più di 200 membri dell’organizzazione mafiosa della ‘ndrangheta, che complessivamente sono stati condannati a più di 2.100 anni di carcere. Si conclude così il più grande processo contro la mafia italiana dagli anni 80. “È un’organizzazione mafiosa molto grande”, dice il corrispondente italiano Paulien Valkenet.

Si conclude il più grande processo contro la mafia italiana dagli anni ’80

Secondo Valkenet era da tempo che in Italia non si vedeva un processo come quello contro la ‘ndrangheta. “Per il processo è stata costruita un’aula speciale che poteva ospitare un migliaio di persone. C’erano seicento avvocati al lavoro e quasi mille testimoni. Tra questi 230 condannati figuravano diversi capi mafiosi di altissimo rango, ciascuno dei quali fu condannato a trent’anni di carcere. Ma è sorprendente che siano stati condannati anche molti politici, avvocati e consulenti fiscali”.

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Date le dimensioni dell’organizzazione si può dire, secondo Valkenet, che dopo questo processo essa si è un po’ indebolita, ma certamente non è stata ancora eliminata. Il gruppo è formato da centinaia di famiglie che non sono sole in Calabria. “Le famiglie sono disperse in Italia. Ma anche in altri paesi europei, in Canada e Australia”, spiega Valkenet.

Storia

La ‘Ndrangheta è considerata il gruppo mafioso più grande e ricco d’Italia. Negli ultimi anni anche i gruppi mafiosi sono diventati molto più forti e ricchi rispetto, ad esempio, alla mafia siciliana. Secondo Valkenet, l’organizzazione è coinvolta in diversi affari proibiti. “Commerciano cocaina e armi, sono coinvolti in estorsioni e riciclaggio di denaro. E scaricano anche i loro rifiuti illegalmente. Generano miliardi di entrate da queste attività.

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Il giudice ieri ha condannato più di 200 membri dell’organizzazione mafiosa della ‘ndrangheta, che complessivamente sono stati condannati a più di 2.100 anni di carcere. (AP Photo/Valeria Ferraro) (ANP/Stampa associata)

Carlita Gallo

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