Le statue delle ballerine di Rodin arrivano per la prima volta in Italia, esposte al Mudec di Milano insieme a un set di disegni e fotografie. Una mostra dall’allestimento originale, che intende approfondire il rapporto speciale che lo scultore mantenne alla fine della sua vita con la danza e i danzatori.
Nel 1900, l’Esposizione Universale di Parigi trasformò la capitale in una città particolarmente effervescente, dove l’espansione economica, il divertimento e la fiducia nel progresso e nel cambiamento furono il grande fil rouge dell’evento. In questa occasione, delegazioni di artisti provenienti da tutto il mondo sono invitate a esibirsi nelle loro specialità: dalle danze popolari regionali come quella della delegazione cambogiana agli spettacoli di cabaret o ballerini e acrobati innovativi. Un’atmosfera unica, vissuta appieno dal parigino Auguste Rodin, allora sessantenne e all’apice della sua carriera artistica.
Sebbene lo scultore francese abbia sempre cercato di tradurre nelle sue opere la vita del corpo, i suoi movimenti, la sua energia e le sue espressioni, rimane letteralmente affascinato da queste nuove espressioni della danza nel loro dinamismo, divenute fonte inesauribile di interesse per il maestro parigino.
Nasce così l’insieme di sculture e disegni sperimentali, Passi di danzacreato nel 1911.
Le opere “danzanti” di Rodin
La mostra presentata da Mudec dal 25 ottobre 2023, è reso possibile grazie alla collaborazione del Musée Rodin di Parigi, da cui provengono 53 opere: sculture, disegni e fotografie, in collaborazione con lo studio di design Dotdotdot (che ha curato l’installazione immersiva), organizzata da Aude Cavaliere, Cristiana Natali e Elena Cervellati.
Nelle tre sezioni che compongono la mostra, il pubblico è invitato ad approfondire la fascinazione dell’artista per il movimento di danza “occidentale”, frutto di diversi incontri con le grandi danzatrici dell’epoca, come Isadora Duncan, Loïe Fuller e le giapponesi Hanako. Si passa poi al rapporto che univa Rodin con la cultura del Sud-Est asiatico, in particolare con la danza cambogiana e la contaminazione tra arte occidentale e orientale. Il percorso prosegue con la danza contemporanea e queste coreografie che si ispirano (ancora oggi) all’artista francese.
A questo proposito il pubblico osserva il confronto visivo tra sette capolavori di Rodin – Il Pensatore, L’età del bronzo, La donna accovacciata, L’idolo eterno, Jean de Fiennes, L’uomo che cammina, Il risveglio – e sei coreografie contemporanee, realizzate tra il 1990 e il 2021.
Il percorso espositivo è integrato da documentari, video testimonianze, estratti di film e da un dispositivo multimediale che creano un costante gioco di rimandi visivi e simbolici.
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