Per vent’anni Anne-Hélène Hoog ha diretto le collezioni del Museo di arte e storia ebraica (mahJ) di Parigi. Stava già cercando di creare un legame tra storia e fumetto, creando un fondo dedicato alla nona arte e organizzando diverse mostre dedicate a questa forma artistica, a lungo disprezzata. Nominando, nel 2017, uno storico a capo del suo museo, la Città Internazionale del Fumetto e dell’Immagine di Angoulême non ha potuto che consolidare il ponte tra le due discipline, il cui dialogo non è mai stato così proficuo. Dal suo ufficio sulle rive della Charente, Anne-Hélène Hoog ripercorre questo fenomeno.
In che modo, fin dalle sue origini, il fumetto si è impadronito della storia come soggetto privilegiato?
I fumetti sono radicati nella cultura popolare. Come tale, ha sempre attinto dal fondo letterario, mitologico e ideologico, come nello spirito del suo tempo. Nella seconda metà dell’Ottocentoe secolo, con il massiccio e rapidissimo sviluppo della stampa, l’arte dell’immagine è dedicata alla società: i designer accompagnano tutto ciò che agita il periodo, e la storia ne fa parte. La letteratura popolare e classica abbonda di riferimenti storici. Era l’epoca dei grandi romanzi di Victor Hugo, Alexandre Dumas, Eugène Sue e Théophile Gautier. L’esotismo e l’esplorazione del mondo affascinano tutti i contemporanei, incoraggiati dai viaggi e dalla colonizzazione. Attraverso i libri illustrati per i giovani, i fumetti riecheggiano tutto un sapere trasmesso alla rinfusa, senza alcuna separazione: scoperte scientifiche e narrativa si affiancano a fatti storici, come nelle fiere popolari, e poi musei da dieci centesimi (musei da dieci centesimi) in America, che fondevano intrattenimento e istruzione per le masse.
Questa estensione dell’immaginario popolare ha portato a privilegiare i grandi personaggi storici?
Il riferimento storico interviene fin dai primi fumetti perché attribuisce alla storia una certa veridicità e permette al lettore di metterla in relazione con la propria cultura. Al pubblico piace sapere che il loro eroe ad un certo punto dovrà affrontare qualcosa di un po’ più grande, più grande di loro. Ad esempio, gli storici del diciannovesimoe secolo raddoppiano il loro interesse per il periodo medievale, che a loro avviso incarna un momento cruciale nelle storie nazionali. Questa mania si manifesterà in tutte le arti mettendo in risalto la cavalleria, ispirata alla leggenda arturiana e alle storie sulla vita di Riccardo Cuor di Leone. La passione per i soggetti cavallereschi sviluppata nei romanzi di Walter Scott si ritrova nella serie Principe valoroso di Harold Foster come nelle storie create da Edmond-François Calvo e da altri autori di fumetti. La Rivoluzione francese e l’Impero offrono anche eroi dalle storie esilaranti, collocati in un contesto di vicinanza o subordinazione a grandi personaggi storici, come quello di Napoleone I.ehm. Ovviamente, il personaggio storico è lì per far rimbalzare la trama, tra l’educativo e il credibile.
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