Tapparelle abbassate, cartelli “Spazio chiuso, vuoto, abbandonato”. In Italia chiudono due negozi ogni ora.
Stiamo parlando di quei negozietti di quartiere che vendono frutta e verdura, calzolai, sarti, negozi di abbigliamento, tutti quei posti che hanno un’anima dove a volte ci fermiamo se non vogliamo scambiare due parole con il commesso, il negoziante che ha investito tutta la sua vita, e che oggi, nel mondo dei grandi centri commerciali e delle vendite online, viene abbandonato e allontanato dalla nostra vita.
“La ripresa del turismo nel nostro Paese è estremamente positiva per l’economia. Purtroppo le piccole attività tradizionali che contano non hanno subito la stessa sorte e ogni anno scompaiono sempre di più. Queste piccole botteghe danno luce, animazione, umanità, sicurezza, sono come il sorriso del quartiere, e allo stesso tempo lavorano a beneficio del clima – non serve accendere l’auto per accedervi, si moltiplicano nelle attività commerciali, creando una sensazione di vuoto e desolazione. vivere le tradizioni di un paese, e le piccole botteghe artigiane e commerciali sono proprio questo e scompaiono, circa 43.000 hanno chiuso lo scorso anno e solo 22.600 sono state aperte, ovvero il 20,3% in meno rispetto al 2021”, spiega Patricia de Luise, presidente di l’Associazione dei piccoli commercianti, artigiani e terziario.
Questo fenomeno interessa tutta l’Italia, anche se la situazione peggiore è in Campania, seguita dal Lazio e dalla Sicilia. I negozi chiudono ei giovani di oggi non osano aprirne di nuovi a causa della concorrenza sleale: centri commerciali, grandi supermercati e vendite online.
“Purtroppo, vendere online è una competizione molto complicata per le piccole imprese locali. Le regole non sono le stesse, dico spesso che è come due squadre che giocano una partita, ma le squadre hanno regole diverse. Le tariffe sono alte, i prezzi per l’affitto degli spazi sono enormi, non ci sono regole uniformi e la gente si arrende”, dice Patricia de Luise.
Secondo lei adesso è peggio che durante la pandemia, perché nel 2022 sono stati aperti meno negozi negli ultimi dieci anni.
“Aprono meno in Sardegna, in Piemonte e in Umbria, e questi piccoli negozi sono carini, fanno parte della tradizione e senza di loro sarebbe difficile per noi, soprattutto durante la pandemia”. Le vendite online sono cresciute da 16,6 miliardi nel 2015 a oltre 48 miliardi lo scorso anno. “Senza le piccole imprese, le città diventano città fantasma, ed è per questo che dobbiamo modernizzarle in collaborazione con il governo e consentire loro di esistere”, ha affermato.
Negli ultimi dieci anni in Italia sono stati chiusi più di 100.000 piccoli negozi e esercizi di commercio e artigianato, soprattutto nei centri cittadini che stanno registrando sempre più chiusure di massa di edicole, librerie, piccoli alimentari, giocattoli, mobili, ferramenta e vestiario. negozi, mentre in crescita negozi di tecnologia, farmacie e servizi di ristorazione.
Il maggior numero di negozi di nuova apertura è di proprietà straniera, e in Italia ci sono in media sette negozi ogni 1.000 abitanti. Tuttavia, sono anche destinati a scomparire a meno che qualcosa non cambi drasticamente.
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