Questa illusione di cibo italiano che non è proprio italiano, la troviamo anche sugli scaffali dei supermercati. Una mozzarella made in Germany, o anche una pasta che ha tutto italiano, ma che in realtà è made in Spain. “È del tutto utopico pensare che i miliardi di pizze vendute ogni anno nel mondo siano tutte made in Italy. È come il croissant che si fa con ingredienti buffi nei paesi anglosassoni. Il big infatti, la cucina italiana è diventata un piatto universale Buona”sottolinea Elisabeth Cony, fondatrice di “Madame Benchmarck” (che rende visibili le azioni di comunicazione commerciale della grande distribuzione, ndr)
Questa strategia di marketing è perfettamente legale, ma fuorviante, deplora Federica Pacchetti, responsabile marketing della Camera di Commercio Italiana di Nizza. La sua mission è proprio quella di promuovere presso la grande distribuzione i prodotti autentici italiani. “Il problema è il marketing, che a volte è molto aggressivo. Bisogna leggere attentamente le etichette”, spiega. Questo fenomeno ha anche un nome, “Italian sounding”. In altre parole, ciò che suona italiano, ma che non lo è. Nel mondo si stima che sei prodotti alimentari italiani su dieci non siano propriamente italiani.
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