L’annuncio non ha mancato di scatenare una salva di critiche, in particolare sul divieto di mangiare. Ma il sindaco del paese, Ignazio Locci, mantiene la sua linea. Dal quotidiano italiano L’Unione Sardaha assicurato “di non aver derogato alla normativa regionale” e ha spiegato di voler soprattutto evitare i pasti abbondanti organizzati in spiaggia, con tavoli e sedie dispiegati sotto ombrelloni o tende. Dice di aver notato che alcuni si stavano organizzando davvero “banchetto”, “con cocomeri enormi, lasagne e cotolette impanate”. Se l’avesse riconosciuto “il divieto può sembrare esagerato”conserva ancora il suo decreto: “Se aiuta a far rispettare la regola, allora sì, sono assolutamente contrario a mangiare qualsiasi cosa sulla spiaggia”martellava.
Il funzionario eletto, tuttavia, ha qualificato le sue posizioni e chiarito a Agenzia di stampa Ansa Quello“è logico che se mangi un panino o un’insalata non ci sono problemi”. “Ciò che è diverso sono le tavole apparecchiate. E vogliamo scoraggiare e prevenire questa pratica”ha insistito, dicendo che voleva evitare tutto “assalto” sulla spiaggia. COME “la cattiva abitudine di portare e usare i sassi sulla spiaggia per bloccare gli ombrelloni contro il vento”aggiunse l’edile. “È una questione di pulizia e sicurezza”.
Sulla spiaggia di Cala Sapione per esempio, “il muro della vecchia tonnara del 1700 viene saccheggiato ogni anno per utilizzare le pietre”si è lamentato anche Ignazio Locci. “Tutto questo deve finire”. Il decreto mira anche a tutelare l’ambiente su queste frequentatissime spiagge: da evitare anche l’abbandono dei rifiuti e l’utilizzo di contenitori o sacchetti usa e getta non compostabili.
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