L’Italia sta per adottare un decreto che le permetterà di partecipare fino al 20% nella rete di fonte Telecom Italia

L’Italia dovrebbe approvare lunedì un decreto che consentirebbe al ministero dell’Economia di acquisire una partecipazione fino al 20% nella rete fissa di Telecom Italia (TIM), hanno riferito fonti a Reuters vicine al dossier.

L’accordo implementa un memorandum d’intesa firmato il 10 agosto dal Dipartimento del Tesoro e dal fondo statunitense KKR sull’approccio della società di investimento con sede a New York nei confronti di NetCo, società che gestisce sia la rete di accesso fissa nazionale di TIM che l’unità di cavi sottomarini Sparkle. .

L’ordine esecutivo autorizzerebbe il Ministero del Tesoro a presentare un’offerta al consiglio di amministrazione di TIM per acquisire fino al 20% delle infrastrutture del gruppo telefonico, hanno precisato le fonti, che hanno voluto restare anonime perché non autorizzate a parlarne ai media. .

KKR ha offerto circa 23 miliardi di euro (24,9 miliardi di dollari) a NetCo dopo aver incluso il debito e una serie di voci variabili. KKR ha anche lasciato la porta aperta affinché il governo possa aderire all’offerta e supervisionare le attività.

Reuters aveva precedentemente riferito che anche il fondo infrastrutturale italiano F2I voleva investire in NetCo, quindi la partecipazione italiana complessiva potrebbe aggirarsi intorno al 30-35%.

Il governo del presidente del Consiglio Giorgia Meloni dovrebbe annunciare il decreto dopo il consiglio dei ministri di lunedì, convocato ufficialmente alle 17 (15.00 GMT) ma che non è ancora iniziato alle 17.50.

La rete TIM è la principale infrastruttura di telecomunicazioni italiana e il Governo è impegnato da anni affinché vengano effettuati investimenti per potenziare la rete dal rame alla fibra ad alta velocità.

Gravata da 26 miliardi di euro di debito netto e a corto di liquidità, TIM ha dovuto disinvestire i suoi principali asset per liberarsi dei debiti e del personale, una decisione che sarebbe la prima tra gli ex monopoli telefonici di un grande paese europeo.

Sebbene l’ordine esecutivo dia una benedizione politica all’approccio di KKR, la vendita della rete richiede anche il sostegno del principale investitore di TIM, Vivendi, che finora ha richiesto una valutazione più elevata per sostenere un accordo.

Con una quota di quasi il 24%, la posizione del colosso mediatico francese potrebbe ancora costituire un ostacolo al suo esito.

($1 = 0,9253 euro) (A cura di Conor Humphries)

Carlita Gallo

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