Dal 2012, la giustizia italiana ha indagato sistematicamente sulle famiglie dei leader della mafia calabrese della ‘Ndrangheta e ha cercato di affidare i loro figli a famiglie affidatarie, o di trovar loro rifugio presso la madre se decide di lasciare il padre.
“Insegnano ai bambini di otto anni a sparare. A otto anni vendono crack”, ha spiegato Chiara Colosimová, presidente della Commissione parlamentare italiana per il contrasto alla criminalità organizzata, sulla situazione delle famiglie mafiose.
Dopo 26 anni di isolamento, un importante boss mafioso napoletano cominciò a testimoniare
Sconosciuto
Secondo il giudice Roberto Di Bella, circa 150 bambini sono riusciti a trovare una nuova casa grazie al programma finora denominato Liberi di Scegliere, e in 30 casi le madri hanno lasciato con loro le famiglie d’origine.
“Questo è un momento storico nella lotta alla mafia”, ha commentato il ministro della Giustizia Carlo Nordio riguardo all’estensione dell’attuale pratica ai membri dell’organizzazione siciliana Cosa Nostra e alla camorra napoletana.
Oltre a spezzare la linea familiare dei mafiosi, il giudice Di Bella spera che il programma porti anche altri mafiosi dalla parte della legge. Secondo lui, alcuni esponenti della ‘Ndrangheta avrebbero cominciato a testimoniare contro i loro accoliti dopo che i loro figli si erano ritrovati in un luogo sicuro.
“Un genitore è pronto a sacrificare la sua vita per suo figlio. Per i miei figli e mia moglie ho deciso di cambiare vita”, ha citato l’AFP in una lettera indirizzata a Di Bello da uno degli ex gangster.
Morì dopo trent’anni di fuga. Il cancro ha finalmente preso il sopravvento sulla mafia siciliana
Europa
“Fanatico della tv per tutta la vita. Appassionato di Internet incredibilmente umile. Analista. Devoto introverso.”