L’Italia diventa digitale con i soldi dell’UE

Gran parte dei Comuni italiani si dice pronta a raccogliere la sfida perché ha già raggiunto “un buon grado” di maturità digitale. Tuttavia, quasi un quarto di loro non può dire lo stesso. L’appello degli esperti a tutti i governi, anche a quelli più preparati, è di muoversi più velocemente. È questa la conclusione tratta da uno studio presentato il mese scorso sulla maturità digitale delle grandi città.

Ben preparato

Il 98% dei Comuni ha ricevuto almeno un prestito per la digitalizzazione e sta iniziando a lavorarci. Proprio come i governi centrali che hanno iniziato a realizzare progetti. Secondo lo studio, le grandi città sono mediamente ben preparate ad attuare i piani. 32 amministrazioni (su 110 totali) mostrano un livello di maturità digitale elevato e altre 52 “medio-alto” rispetto agli standard fissati dalla versione italiana del Piano di risanamento e resilienza.

Prima la nuvola

Un’amministrazione completamente digitale porta con sé un nuovo paradigma relazionale che mette al centro il cittadino: processi snelli, maggiore trasparenza, maggiore efficienza nell’autorizzazione e nell’esecuzione dei lavori grazie alla certificazione dei dati e alla tracciabilità di tutti i passaggi, eliminando duplicazioni secondo le regole. -chiamati principi di ‘solo una volta’ E “fonte unica di verità”. Per dare sostanza a questo modello di pubblica amministrazione, più vicino ai cittadini e davvero efficace ed efficiente, il “Cloud first” si applica a tutti i servizi della pubblica amministrazione.

Risposta completa

Dal 2022 sono stati pubblicati dodici bandi per i comuni che intendono sviluppare le proprie attività digitali. Ci sono state molte reazioni a questo. I tassi di partecipazione più elevati si registrano principalmente nella migrazione al cloud, con oltre 691 milioni di euro stanziati a 7.355 comuni (93%), e nel miglioramento dei servizi digitali, con oltre 774 milioni di euro stanziati a 6.596 comuni (84%) .

Poco più della metà dei comuni ha ricevuto sostegno finanziario per digitalizzare i propri servizi di pagamento

Migrazione al cloud

Per quanto riguarda le principali città, tutte e 110 hanno ricevuto finanziamenti per la migrazione al cloud e 103 per il miglioramento della cosiddetta citizen experience. Quasi tre quarti dei Comuni hanno ricevuto anche finanziamenti per completare l’implementazione dello SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) e delle carte d’identità elettroniche. Due comuni su tre hanno ricevuto finanziamenti per trasferire i servizi pubblici sull’applicazione mobile IO e poco più della metà dei comuni ha ricevuto un sostegno finanziario per digitalizzare i propri servizi di pagamento.

Divario Nord-Sud

I promotori di nuovi progetti sono soprattutto città di medie dimensioni. Dei 32 comuni ad alto livello numerico, 13 hanno una popolazione compresa tra 100.000 e 250.000 abitanti, 8 tra 50.000 e 100.000 abitanti. Ci sono anche 7 grandi città con più di 250.000 abitanti e 4 piccoli centri (meno di 5.000 abitanti). Il tradizionale divario tra Nord e Sud sembra progressivamente ridursi: delle 32 città del segmento alto, solo due sono al Sud – contro 21 del Nord e 9 del Centro – ma le città del Sud sono la maggioranza relativa il segmento medio (22 su 52).

Punto di partenza

“Le notizie positive che emergono da questo studio forniscono un ottimo punto di partenza per l’attuazione delle misure”, ha affermato Gianni Dominici, amministratore delegato della FPA. “Il primato della digitalizzazione non è più prerogativa delle grandi città del Centro-nord, ma anche delle città virtuose del Sud e delle ‘piccole capitali’ che da anni si distinguono nel campo dell’innovazione”.

Leggi tutta la storia della digitalizzazione italiana questa settimana su BB14 (per accedere).

Carlita Gallo

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