le ragioni del successo italiano

È un film che ha avuto un successo strepitoso e sorprendente oltralpe dove è uscito. Sono già più di cinque milioni gli italiani che sono andati al cinema a vederlo dalla sua uscita lo scorso ottobre. C’è ancora domani, questo è il titolo, e il film arriverà in Francia mercoledì prossimo. Un lungometraggio di cui France Culture è partner, che decifra i meccanismi della società patriarcale, la violenza esercitata sulle donne e sulle loro figlie dai loro padri e mariti. Con noi a parlarne questa mattina, la sua direttrice Paola Cortellesi.

Uno schiaffo violento

Tutto inizia con una scena iniziale. È uno schiaffo potente, sonoro, quello che Delia riceve in faccia. “Immaginavo, prima di scrivere, prima di cominciare a scrivere questa sceneggiatura, di immaginare uno schiaffo in faccia. E poi, come se nulla fosse successo. Una giornata che inizia, che continua così, come se nulla fosse successo. Perché la gravità di questa cosa è che delle vite sono state vissute e vengono ancora vissute come se nulla fosse accaduto. A quel tempo fu accettato.”

Delia è una donna che non ha ambizioni, che è moglie, che è madre, e i suoi ruoli la definiscono. Pensa di ricoprire i suoi ruoli e quindi di valere ciò che i suoi ruoli ricoprono. Lei è la serva del padre che è anche il padrone. Si comporta come una madre, fa crescere i suoi figli e come unico obiettivo accetta la vita che le è capitata, che le è toccata. Suo marito è violento, per questo lei subisce la violenza del marito, come talvolta accadeva in quel momento, davanti a tutti, senza che nessuno scandalizzasse..”

Lo sguardo culturale

3 minuti

Uomini

Delia è circondata da completi idioti. Questo vale per la figura del suocero, quella del marito, dei suoi due figli… Perché ritrarre in questo modo questi uomini, gli uomini che appartengono alla sua famiglia? “Ciò che mi interessava era rappresentare questi uomini che sono i cattivi di questa storia come degli idioti, degli idioti. Perché spesso i cattivi sono molto affascinanti. Ci piace il gangster, il cattivo. È molto affascinante per chi li guarda spesso. Volevo personaggi che fossero spaventosi, rappresentassero il pericolo, la durezza, la violenza, ma allo stesso tempo fossero completamente idioti. Anche tutti vogliono essere dei gangster, ma nessuno vuole essere un idiota.”

Questa storia è ambientata subito dopo la seconda guerra mondiale, nel 1946. Gli americani sono ancora presenti in Italia, a Roma. Perché ambientare la storia in questo periodo, subito dopo la guerra? “Questo è un periodo storico molto importante per questo Paese. Perché in quell’anno le donne hanno ottenuto un diritto fondamentale, diritto che Delia eserciterà alla fine del film. Quindi volevo raccontare non solo quell’anno, ma proprio quel giorno specifico.”

Va detto che questo non è un film angosciante, è anche un film divertente… I codici della commedia vengono utilizzati per mostrare la violenza cruda. Vengono pensate anche scene romantiche, che a volte rasentano deliberatamente il ridicolo.

Un’accoglienza forte

Ciò che è interessante in questo film è ovviamente ciò che mostra, ciò che racconta. Ciò che è anche emozionante è la sua accoglienza sociale in Italia, il suo successo assolutamente fenomenale.

In tutto il Paese, resta ancora domani, diventa oggetto di pubblico interesse e gli insegnanti portano la classe a vederlo al cinema, come in Puglia, dove un comune ha mandato a vederlo gli studenti delle scuole medie e superiori. In Lombardia un anonimo imprenditore ha acquistato 400 biglietti che ha riservato ai giovani della città. “Le teorie sono corrette. Ma le storie hanno una forza diversa. La gente aspettava questa storia. Gli italiani erano pronti, aspettavano una storia che potesse incarnare il loro malcontento, la voglia di parlare di questo argomento, e non parlo solo di donne perché il 45% degli spettatori di questo film sono uomini? È una storia di cui ognuno ha un pezzettino.”

La Rassegna Stampa Internazionale

5 minuti

Elma Violante

Difensore della musica freelance. Pioniere del cibo. Premiato evangelista zombi. Analista.

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