Netflix è interessato alla storia dell’italiana Lidia Poët, straordinaria pioniera dei diritti delle donne in Italia e prima donna avvocato. Un’occasione per scoprire la sua grande battaglia, in mostra dal 15 febbraio.
Tra ritratto storico e legal thriller, la serie Lidia comanda reinterpreta la storia vera della prima donna a diventare avvocato in Italia. Nonostante la legge le vietasse di esercitare la professione, Lidia Poët non si è mai arresa, iscrivendosi anche all’Ordine degli Avvocati, dopo aver esercitato per molti anni la professione in modo non ufficiale.
Il 9 agosto 1883, dopo brillanti studi in giurisprudenza e una tesi sulla condizione della donna nella società italiana nonché sul suo diritto di voto, Lidia Poët superò con successo l’esame di avvocato. Può iscriversi all’albo degli avvocati e iniziare a esercitare la professione. È la prima volta nella storia del recente Regno d’Italia che una donna avanza una richiesta del genere. L’Ordine degli avvocati di Torino accoglie la sua richiesta con una decisione storica. Ma la decisione suscitò subito diffuse polemiche. Il procuratore generale del Re, Giuseppe Moggi, ha presentato ricorso alla Corte d’Appello di Torino, sostenendo che la legge, pur non escludendo espressamente le donne dalla professione forense, non le ammette nemmeno. L’11 novembre 1883 la Corte d’Appello revocò l’iscrizione di Lidia Poët all’Ordine degli Avvocati in quanto secondo la legge Sacchi, promulgata nel 1919, le donne potevano accedere alle pubbliche funzioni solo se la professione era espressamente prevista. per legge. Cosa che non avviene per la professione forense. Una decisione confermata dalla Corte di Cassazione.
La battaglia di Lidia Poët in Italia
La giovane avvocatessa non si arrende e comincia la sua battaglia. Nonostante tutto, lavorava nello studio del fratello Giovanni Enrico, anche lui avvocato. Senza firmare gli atti, si occupa principalmente dei diritti delle donne, dei minori e anche dei detenuti. È in particolare considerata una delle pensatrici più importanti del moderno sistema carcerario. Diventò anche una figura pionieristica e rivoluzionaria nella lotta per la condizione e il diritto di voto delle donne.
Tra le tante date notevoli della sua vita, si segnala la sua partecipazione nel 1908 a Roma al primo congresso delle donne italiane. Nel 1922 divenne presidente del Comitato per il suffragio femminile. La data più importante resta quella della sua ammissione ufficiale all’albo degli avvocati di Torino, nel 1919. Aveva allora 65 anni, e divenne così la prima donna avvocato italiana.
Pochi anni dopo, nel 1925, le donne ottennero il diritto di voto alle elezioni amministrative in Italia e tale diritto divenne totale nel 1945. Lidia Poët votò quindi per la prima volta nel 1946 alle elezioni dell’Assemblea Costituente, prima di morire nel 1949 alle l’età di 93 anni.
Una serie storica italiana
Poco più di 100 anni dopo questa vittoria, il regista italiano Matteo Rovere si interessò a questa storia. Matilda de Angelis, giovane attrice italiana (Premio David di Donatello come migliore attrice nel 2021), interpreta Lidia Poët in questa serie di sei episodi ambientata a Torino, poco dopo la sua laurea.
La gamba di Lidia (Lidia detta legge)
La prima stagione sarà disponibile dal 15 febbraio su Netflix
6 episodi da circa 50 minuti
Difensore della musica freelance. Pioniere del cibo. Premiato evangelista zombi. Analista.