Ancora più a ovest della nostra famosa Corfù, ci sono gli Othoni, uno dei isola che dista appena 43 miglia nautiche da Capo Otranto, la nostra vicina Italia, visibile anche dall’isola nella bella stagione.
Sebbene sia la più grande delle Isole Diapontie, Othoni ha una superficie di circa 11 chilometri quadrati e conta solo 393 residenti permanenti.
L’isola è verde e prevalentemente montuosa, ricca di cipressi, alberi da frutto e ulivi piantati fin dall’occupazione veneziana, vecchi di oltre 300 anni e alti sette metri.
Si compone di cinque villaggi, caratterizzati dalla tradizionale architettura epirota, con stretti ciottoli che permettono al visitatore di passeggiare per quasi ogni angolo di Othoni, godendo della ricca vegetazione e delle piccole spiagge sparse che troverà sul suo cammino.
Il luogo è adatto alle immersioni, per la particolare geomorfologia dei fondali e le numerose grotte. Tuttavia, le immersioni a Othonou possono essere pericolose, poiché per la maggior parte dell’anno le condizioni meteorologiche sono sfavorevoli, e di conseguenza ci sono stati molti relitti nella zona circostante, il più famoso è il relitto della nave Sarah nella baia di Phyki, verso il nord. Egli è.
Guarda il video:
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Storia
Secondo l’antica mitologia greca, gli Othoni appartenevano alla ninfa Calipso, figlia di Atlante, che viveva in una grande grotta. Quando Ulisse raggiunse l’isola, si innamorò della ninfa e vi rimase prigioniero per sette anni.
Nelle sue opere Omero chiamò l’isola “Ὠgygia” e menzionò che emanava un forte profumo proveniente dai cipressi. Lasciando l’isola utilizzando una zattera, Ulisse combatté le onde e alla fine si ritrovò naufragato sull’isola dei Feaci, ora conosciuta come Corfù.
Nei secoli XI e XII dC gli Othoni furono conquistati prima dai Franchi e poi dai Veneziani, mentre furono spesso attaccati dai pirati barbareschi e algerini.
Infatti, nel 1537, il famigerato pirata Hairedin Barbarossa massacrò gli abitanti dell’isola. Come dicono i locali, la pietra del 1833 su una collina dell’isola fu eretta per commemorare questo evento.
Come riporta Travel Inspiration, tutti sull’isola sentono il cognome Katechis, dalla parola “possesso”, perché furono i primi ad occupare la zona. Per distinguersi gli uni dagli altri, i residenti usano un soprannome locale.
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