Secondo il “World Happiness Report 2013”, redatto dall’organizzazione per lo sviluppo sostenibile della SDSN, la Grecia si colloca leggermente al di sopra della metà della classifica mondiale della felicità, occupando il 70° posto su 156 paesi per il periodo 2010-2012. (Sustainable Development Solutions Network) a nome delle Nazioni Unite, in vista dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite tra due settimane.
In nessun altro paese al mondo, ad eccezione dell’Egitto, si è registrato un calo della felicità così grande rispetto agli anni precedenti la crisi. Secondo il rapporto, la Grecia presenta – dopo l’Egitto – il secondo calo più grande dell’indice di felicità nel mondo tra i periodi 2005-2007 (prima della crisi) e 2010-2012 (crisi), mentre la Spagna ha registrato il sesto calo più grande, con Italia in testa. ottavo e il Portogallo al 12°.
Poiché l’indice di felicità medio globale è 5,1 (con un perfetto teorico di 10), la Grecia con un indice di 5,4 è leggermente sopra la media, mentre il paese più felice del mondo, la Danimarca, ha un “punteggio” di 7,7. Rispetto alla Grecia (70° posto), tra i suoi vicini più felici ci sono Cipro (34°) e Albania (62°), mentre la Turchia (77°) è il più infelice.
Dopo i primi nella classifica mondiale, seguono Danimarca, Norvegia, Svizzera, Paesi Bassi e Svezia, sottolineando così nell’ennesima classifica mondiale – e in allegria in questo caso – il primato dei paesi del nord del mondo. .
In Europa, il calo maggiore della felicità è stato registrato nei quattro paesi più colpiti dalla crisi, ovvero Grecia, Portogallo, Spagna e Italia. Tra i paesi dell’Eurozona, il Portogallo si colloca al di sotto della Grecia (85°).
Il rapporto evidenzia che il calo della felicità mostra come una crisi economica oggettiva (recessione, disoccupazione, ecc.) abbia un impatto sullo stato psicologico soggettivo delle persone, molto maggiore di quanto ci si potrebbe aspettare basandosi esclusivamente sulla diminuzione del reddito di cittadinanza. In particolare, come abbiamo sottolineato, lo spettro della disoccupazione reale o imminente è ciò che mina più di ogni altra cosa la felicità delle persone. Non è un caso, come è stato sottolineato, che in Grecia, più che in ogni altro Paese europeo, si registra un aumento dei sentimenti negativi e una diminuzione di quelli positivi tra i cittadini.
Rapporto sulla composizione scientifica
Il rapporto – il secondo consecutivo dopo quello dello scorso anno – nasce dalla collaborazione di psicologi, economisti, analisti statistici e altri scienziati e invita i governi mondiali a fare della felicità una misura chiave del progresso e un obiettivo qualitativo dell’economia. e lo sviluppo sociale, al di là dei parametri quantitativi dominanti da decenni come il Prodotto Nazionale Lordo (PIL). Il rapporto è condotto da tre rinomati scienziati: il professor Lord Richard Layard (London School of Economics), il professor Jeffrey Sachs (Columbia University, USA) e il professor John Helliwell (University of British Columbia, Canada).
Il rapporto evidenzia che ora c’è una crescente richiesta a livello internazionale di politiche allineate a ciò che è veramente importante per le persone e la loro felicità. Pil pro capite reale (e non nominale), aspettativa di vita sana, esistenza di parenti per supporto psicologico e pratico, libertà di scelta, assenza di corruzione e generosità. Tuttavia, la salute mentale è considerata innanzitutto il fattore più importante che determina se una persona è felice o meno, sebbene, come abbiamo sottolineato, depressione, disturbi d’ansia, psicosi e altre malattie abbiano “abbracciato” l’umanità.
Il rapporto evidenzia che i livelli di felicità fluttuano nel tempo, con alcuni paesi che guadagnano terreno e altri che perdono terreno, a seconda delle circostanze degli ultimi cinque anni (compresa la crisi economica). Tuttavia, è visibile una tendenza alla convergenza globale, poiché gradualmente regioni come l’Africa sub-sahariana e l’America Latina riportano un livello di felicità più elevato, mentre al contrario i paesi industrializzati più ricchi hanno un livello più basso. Nel complesso, tra il 2007 e il 2012, si stima che la felicità globale sia aumentata di un modesto 0,5%.
Il rapporto evidenzia come gli “effetti collaterali” della felicità siano benefici, poiché le persone più felici vivono una vita più lunga e più sana, sono più produttive, guadagnano più denaro e sono cittadini migliori nella società.
Leggi anche:
Creator. Hardcore music expert. Zombie scholar. Writer. Coffee expert. Pioneer of beer ".