L’intervista della celebre scrittrice italiana Michela Murgia al Corriere della Sera, che ha parlato candidamente del suo stato di salute, è agghiacciante. “Ho un cancro ai reni in stadio avanzato e i medici mi hanno detto che mi restano solo pochi mesi di vita”, ha detto l’autore 50enne, sardo.
L’intervista ha sconvolto l’Italia e migliaia di utenti dei social media, oltre a personaggi pubblici, l’hanno commentata, sottolineando che è una forza animata che muove, ispira rispetto e mostra, allo stesso tempo, che ogni momento della vita deve essere caratterizzato. con assoluta dignità.
“Il cancro non è qualcosa che ho, è qualcosa che sono, è un alleato della mia complessità, non è un nemico da neutralizzare. Non posso, non voglio non combattere il mio corpo, me stessa”, sottolinea Michela Murgia. E aggiunge che “ha scelto l’immunoterapia, con biomedicinali, che non incidono sulla malattia, ma favoriscono la reazione del sistema immunitario e possono fargli risparmiare tempo.
Come spiega l’autore, a questo punto, “non avrebbe senso sottoporsi a un’operazione, perché ci sono già molte metastasi”.
“Ho cinquant’anni, ma ho vissuto dieci vite. Ho fatto cose che la stragrande maggioranza delle persone non fa mai nella vita. Cose che non sapevo nemmeno di volere, ho ricordi preziosi”, dice l’intellettuale italiano. Il suo romanzo intitolato Accabadora è stato pubblicato anche in greco, tradotto da Efi Kalifatidis.
Michela Murgia lascia intendere chiaramente anche che se si trovasse in una situazione che non le permetterà di comunicare con l’ambiente che la circonda e di esprimere la sua volontà, i suoi cari – come lei stessa ha chiesto loro – sceglieranno la via dell’eutanasia.
“Non sono solo, ho una decina di persone intorno a me, una ‘famiglia queer’. Ho comprato una casa da dieci letti per tutti noi e l’unica cosa che mi ha sconvolto è stato che mi è stato negato un mutuo perché sono malato. Ho fatto tutto bene e ora mi sposo. Con un uomo, ma potrebbe anche essere una donna. Prendersi cura l’uno dell’altro, per noi, non è mai stata una questione di genere”, ha raccontato al Corriere della Sera.
L’autrice, che appartiene alla sinistra, in una cronaca politica, ha infine aggiunto che “spera di morire quando Georgia Meloni non sarà più premier”, perché ritiene che “il suo governo sia fascista”.
“Non l’ho conosciuta personalmente e non condivido le sue idee, ma voglio abbracciare Michela Murgia e dirle che la sosteniamo tutti. E che spero davvero che possa vedere il giorno in cui non sarò più Presidente del Consiglio – come desidera – perché voglio continuare a fare questo lavoro, per molto tempo ancora, daglielo, Mikaela”, ha risposto la Meloni tramite il suo account social.
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