Dopo la sua storica vittoria alle elezioni legislative, Giorgia Meloni, presidente del movimento “Fratelli d’Italia”, è stata ufficialmente nominata alla carica di presidente del consiglio in Italia questo venerdì 21 ottobre.
Giorgia Meloni, che con il suo partito post-fascista Fratelli d’Italia ha ottenuto una storica vittoria alle elezioni legislative, venerdì 21 ottobre è stata ufficialmente nominata presidente del consiglio, prima donna a ricoprire questo incarico in Italia.
La 45enne romana, che è riuscita a “de-demonizzare” il suo partito per salire al potere esattamente un secolo dopo Mussolini, si sbarazza con i suoi compagni di coalizione, il leader populista della Lega Anti-Migranti Matteo Salvini e il leader in declino di Forza Italia Silvio Berlusconi, della maggioranza assoluta sia alla Camera che al Senato.
Ex giornalista e ministro della Gioventù
Nata a Roma il 15 gennaio 1977, Giorgia Meloni diventa attivista all’età di 15 anni in associazioni studentesche classificate di estrema destra, mentre lavora come baby sitter o cameriera.
Nel 1996 diventa patrona del sindacato Azione Studentesca, il cui emblema è la Croce Celtica.
Nel 2006 ha ottenuto la tessera di giornalista. Lo stesso anno diventa deputata e vicepresidente della Camera. Due anni dopo viene nominata Ministro della Gioventù nel governo Berlusconi.
“buon cliente multimediale”
Frequenta poi assiduamente i televisori. La sua giovinezza, la sua temerarietà, le sue formule ne fanno una “buona cliente” per i media. Proteggendo a lungo la sua vita privata, capisce tuttavia in fretta di poterne approfittare, almeno quanto le idee, la personalità di una giovane e bella bionda in un’Italia ancora molto maschilista.
“Sono Giorgia, sono una donna, sono una mamma, sono italiana, sono cristiana”, aveva lanciato ai suoi sostenitori nel 2019 a Roma durante un fervente discorso diventato famoso.
Alla fine del 2012, stanca dei dissensi che rosicchiano la destra, fonda con altri dissidenti del berlusconismo “Fratelli d’Italia”, rimanendo comunque all’opposizione.
Le sono stati offerti diversi portafogli ma ha rifiutato. Compreso quando Mario Draghi, ex governatore della Banca centrale europea – istituzione che detesta – ha formato un gabinetto di unità nazionale nel febbraio 2021 per far uscire l’Italia dalla crisi sanitaria ed economica.
UN SERENO RAPPORTO CON IL FASCISMO
Proveniente da una famiglia politica costruita sull’anticomunismo, è comunque atlantista e sostiene le sanzioni contro Mosca dopo l’invasione dell’Ucraina, mentre Salvini, il grande “tifoso” di Vladimir Putin, c’è. si oppone, ritenendo che siano principalmente dannosi per gli italiani che pagano un prezzo elevato per il gas.
Giorgia Meloni e il suo partito sono gli eredi del Movimento Sociale Italiano (MSI), partito neofascista nato dopo la seconda guerra mondiale. Ripreso dal MSI, l’emblema di Fratelli d’Italia è la fiamma tricolore verde-bianco-rossa, con un disegno rigorosamente identico a quello dell’ex Fronte Nazionale in Francia.
Se ha risparmiato per vincere una frangia della sua base che rivendica questo passato, ha allargato il suo elettorato, rassicurando l’ala moderata della sua famiglia politica.
Si era così posta a garante della “emancipazione ideologica dai principi e dai simboli fascisti”, aveva analizzato La Repubblicama il suo racconto è “smentito dai fatti”, secondo il quotidiano di centrosinistra che ha puntato il dito contro una parte dell’entourage e della base del partito rimasta sensibile alle proprie radici.
«Con il fascismo ho un rapporto sereno», ha spiegato Giorgia Meloni. Con consumato equilibrismo, riconosce che Mussolini aveva “fatto molto”, senza esonerarlo dai suoi “errori”: leggi razziali, guerra, autoritarismo.
E per chiarire: tra le sue fila “non c’è posto per i nostalgici del fascismo, né per il razzismo e l’antisemitismo”.