Immigrazione: punti di partenza per un dibattito

“Immigrazione di massa di persone le cui religioni e culture non solo sono molto diverse, ma addirittura incompatibili con la nostra fede e la nostra tradizione”. (Foto: Gémes Sándor/SzomSzed, CC BY-SA 3.0, Wikimedia)


La terribile tragedia di Cutro, sulla costa calabrese, ha messo in luce un problema mai del tutto risolto: l’immigrazione.

Luoghi comuni sull’immigrazione

L’immigrazione in Italia sta ora andando fuori controllo con un aumento del 300% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. I media ei politici hanno reagito in modo prevedibile, con il consueto scambio di accuse tra i diversi schieramenti ideologici. Dire che questa è una domanda complicata è come spalancare la porta. Tuttavia, credo che alcuni punti di analisi possano aiutare a chiarire la questione.

proprietà privata

Proprietà privata. Lo stato è un popolo indipendente che esercita il completo dominio su un territorio. La sovranità è quindi la controparte della proprietà nel diritto pubblico. Proprio come un individuo ha pieno diritto alla sua proprietà personale, così un popolo ha pieno diritto al suo territorio. Negare questo diritto è negare la proprietà privata, che si basa sulla legge naturale e divina (settimo e decimo comandamento). La negazione della proprietà privata è l’essenza del comunismo [1]. Di fronte a questa concezione comunista del territorio, l’Italia ha tutto il diritto di difendere i propri confini.

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Disuguaglianza

Disuguaglianza. Certo, l’idea di un popolo, con caratteristiche che lo distinguono dagli altri, e l’idea di sovranità, ci mettono necessariamente di fronte a disuguaglianze: di capacità, di virtù, di numeri, ecc. Se accettiamo l’idea di territorialità, abbiamo la disparità quantitativa e qualitativa delle diverse aree territoriali, cioè dei paesi. Queste disuguaglianze sono un riflesso delle gerarchie che Dio ha stabilito in tutto l’universo per riflettere meglio la sua gloria, come spiega San Tommaso [2]. È quindi comprensibile che la sinistra profondamente egualitaria sogni di fondere tutte le razze, tutti i popoli e tutti gli stati in un’unica razza, un unico popolo e un unico stato: la Repubblica universale. Di fronte a questa visione rivoluzionaria, l’Italia ha tutto il diritto di difendere la sua identità europea e cristiana.

Diritto alla migrazione

Esiste un diritto alla migrazione? Assoluto! Fa parte della libertà di movimento o movimento che appartiene a ogni essere umano. Esiste un obbligo corrispondente di accogliere tutti coloro che desiderano migrare? La risposta è no. Senza approfondire, ricordiamo la differenza tra diritti primari e diritti secondari, questi ultimi soggetti a limitazioni imposte dalle circostanze. Ad esempio, ho il diritto di sposarmi. Non significa che ci sia qualcuno dall’altra parte che deve sposarmi. Ad esempio, il diritto di proprietà si basa sulla cosiddetta funzione sociale. È curioso che la sinistra, che parla tanto della funzione sociale della proprietà, non parli mai della funzione sociale dell’immigrazione. Così come non parla mai dei doveri dei migranti, ma solo dei loro diritti.

L’integrazione richiede tempo

Secondo l’insegnamento cattolico, magistralmente spiegato da san Tommaso, chi desidera stabilirsi in un paese deve, come prerequisito per l’accoglienza, dimostrare la volontà di integrarsi perfettamente nella vita e nella cultura del paese. Una seconda condizione è che l’accettazione non avvenga immediatamente. L’integrazione è un processo che richiede tempo. Le persone devono adattarsi alla nuova cultura. Aristotele ha già detto che questo processo può richiedere due o tre generazioni.

Salva i pescatori.  Governo, smettila di attaccare la loro proprietà privata!

Solo chi è radicato può giudicare bene

L’insegnamento di Tommaso, fondato sul buon senso, assume tutto il suo significato. Il “maestro angelico” sottolinea che vivere in un altro Paese è una questione molto complessa. Ci vuole tempo per conoscere i costumi e la mentalità del paese e quindi capirne i problemi. Solo chi ci vive da molto tempo e fa parte della cultura del Paese, a stretto contatto con la sua storia, può giudicare bene decisioni a lungo termine che servano al bene comune. È dannoso e ingiusto affidare il futuro del Paese nelle mani di chi è appena arrivato. Anche se non per colpa loro, spesso non sono in grado di comprendere appieno ciò che sta accadendo o è accaduto nel paese che hanno scelto come nuova casa. E questo può avere conseguenze negative.

L’Italia ha quindi tutto il diritto di rivendicare la propria libertà di imporre regole contro chi favorisce l’immigrazione incontrollata.

Multiculturalismo

Multiculturalismo. La sinistra promuove anche l’immigrazione incontrollata per una ragione puramente ideologica: il cosiddetto multiculturalismo, come mezzo per distruggere la civiltà cristiana europea e sostituirla con una miscela ecumenica e postmoderna. Come hanno più volte insegnato Benedetto XVI e, prima di lui, Giovanni Paolo II, l’Europa, nonostante la terribile crisi che la sta erodendo, è ancora figlia della civiltà cristiana, frutto del classicismo greco-romano irrorato dal Vangelo e illuminato. Una confluenza che, nelle parole di Leone XIII, “ha prodotto frutti preziosi, la cui memoria dura e durerà, affidata a innumerevoli monumenti storici, che nessun artifizio di nemici potrà distorcere od oscurare” [3].

L’immigrazione di massa mina la civiltà

Ma per la sinistra l’idea stessa di civiltà cristiana è un anatema, e cercano di sovvertirla all’insegna della “diversità”, introducendo nuove forme di “famiglia”, nuove forme di “identità di genere”, nuove forme di spiritualità, ecc. Cerca anche di indebolirlo attraverso l’immigrazione massiccia di persone le cui religioni e culture non solo sono molto diverse, ma addirittura incompatibili con la nostra fede e la nostra tradizione. Un’immigrazione che non accenna ad integrarsi. Anche perché nella maggior parte dei casi integrazione significherebbe conversione.

Di fronte a un simile tentativo di distruzione, l’Italia ha tutto il diritto di difendere le sue radici cristiane.

Note a piè di pagina

[1] “I comunisti possono riassumere la loro teoria nella frase: Abolizione della proprietà privata” (Manifesto del Partito Comunista Italiano).

[2] Somma contro i bravi ragazziII, 45; Somma teologica, io, q. 50, a.4; D.96, a.3 e 4.

[3] Leone XIII, Enciclica Dei immortale, 1/11/1885, in SSA, vol. XVIII, pag. 169.

Questo articolo è apparso in precedenza su www.atfp.it

Carlita Gallo

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