Due settimane dopo la lite diplomatica franco-italiana sulla scialuppa di salvataggio Ocean Viking, i ministri europei dell’asilo e della migrazione hanno approvato un piano d’azione per evitare che situazioni simili si ripetano. È successo venerdì in una riunione straordinaria dei ministri a Bruxelles.

L’incontro ha avuto luogo su richiesta della Francia. L’11 novembre aveva eccezionalmente accettato e per “dovere di umanità” che la nave Ocean Viking della ONG SOS Méditerranée attraccasse nel porto di Tolone con a bordo 234 migranti recuperati in mare, dopo che la nave era stata rifiutata dall’Italia . È stata una lite diplomatica tra i due paesi. Il piano d’azione è stato proposto lunedì dalla Commissione europea. Comprende venti misure per cercare di controllare la situazione sulla rotta migratoria dalla Libia e dalla Tunisia verso l’Italia.

La Commissione sostiene una politica di rimpatrio più vigorosa, ma anche una maggiore solidarietà tra gli Stati membri nell’accoglienza dei richiedenti asilo. “La crisi della Ocean Viking è stata un po’ un’improvvisazione”, ha dichiarato Margaritis Schinas, vicepresidente della Commissione europea. D’ora in poi ci sono “una ventina di azioni concrete, un accordo politico importante, in cui tutti si impegnano affinché una situazione del genere non si ripeta”. Schinas ha riconosciuto che questa non era la soluzione finale. Ha invitato gli Stati membri dell’UE a continuare a lavorare su un patto europeo sulla migrazione.

Il segretario di Stato per l’asilo e la migrazione Nicole de Moor (CD&V) è sulla stessa linea. “Dobbiamo fermare la politica reattiva in cui agiamo solo quando una barca arriva da qualche parte”, ha detto. “Serve una riforma solida e strutturale”. Una soluzione comune prevede ulteriori controlli alle frontiere esterne. La Segretaria di Stato non ha problemi con barriere fisiche come muri o filo spinato, ha detto, “purché ci sia una porta attraverso la quale le persone che hanno davvero bisogno di protezione possano accedere al territorio europeo”.