Il 60% delle pere è già scomparso.
“La siccità rischia di diventare la prossima pandemia e non esiste un vaccino per curarla” Lo ha affermato Mami Mizutori, rappresentante speciale del segretario generale delle Nazioni Unite per la riduzione del rischio di disastri, durante una conferenza stampa online.
Queste parole sembrano più attuali che mai dal momento che la siccità è già scoppiata in molte parti del mondo, portando alla distruzione di molti raccolti e ad una drammatica riduzione della produzione di beni di prima necessità. Naturalmente non si tratta solo di siccità, perché il fenomeno meteorologico El Ninio, che quest’anno dovrebbe battere tutti i record, si manifesterà sotto forma di temperature molto elevate e anche di precipitazioni.
All’inizio di quest’anno in Spagna, Fruitnet aveva previsto che la siccità estiva e il gelo invernale avrebbero portato a una riduzione del 35% nella produzione di patate. Lo scorso inverno, i raccolti di patate hanno subito un altro calo significativo a causa della siccità e del caldo. Il caffè Robusta, tra gli altri, è un’altra vittima di El Ninio, avendo visto un calo di circa il 40% l’ultima volta che si è verificato il fenomeno meteorologico, e le previsioni indicano danni ancora maggiori tra i maggiori produttori mondiali di Robusta, Brasile e Vietnam.
La Coldiretti lancia l’allarme per la produzione di pere perché, secondo quanto affermato, Dai frutteti italiani sono scomparse 6 pere su 10, a causa di condizioni atmosferiche quali allagamenti, grandine e temperature elevate. Mentre la resa delle pere italiane è diminuita del 63% rispetto allo scorso anno, l’offerta complessiva in Europa è diminuita del 13%. Anche le pere francesi sono state colpite, con un raccolto in calo del 23%, secondo Euronews.
Inoltre, le culture uva, angurie, albicocche, pomodori e melanzane in Italia hanno subito perdite anche legate al clima. Inoltre, secondo l’analisi Coldiretti, la produzione di grano e latte è ridotta del 10% e quella di uva da vino del 14% rispetto al 2022. La produzione di miele è diminuita del 70%, poiché le api sono troppo “sfinite” dal caldo per impollinare le piante, afferma l’associazione.
Gli agricoltori stanno sfruttando tecnologie come droni e satelliti per risparmiare acqua e far fronte agli effetti del cambiamento climatico, aggiunge, dopo che il calore dell’oceano ha raggiunto livelli record e gli esperti temono che le temperature potrebbero aumentare ulteriormente.
A maggio, l’Emilia-Romagna – una delle principali regioni produttrici di frutta – è stata colpita da devastanti inondazioni che hanno ucciso 15 persone. Dopo due anni di siccità, gli acquazzoni non hanno migliorato la situazione a causa del terreno secco e impermeabile. Il mese scorso, il Paese ha battuto i record di temperatura mentre le ondate di caldo hanno spazzato il Mediterraneo e hanno scatenato incendi mortali, in particolare in Sicilia. La Lombardia, nel nord Italia, è stata colpita da una grandine grande quanto una pallina da tennis.
All’inizio di quest’anno, gli acquirenti britannici si sono trovati ad affrontare scaffali di frutta e verdura vuoti e prezzi gonfiati dopo che il clima insolito ha interrotto i raccolti in Spagna e Marocco. L’aumento dei costi energetici e la burocrazia della Brexit hanno contribuito a queste carenze.
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