Per inaugurare la nostra rubrica sulla gastronomia italiana era importante gettare solide basi. Per questo oggi andiamo alla scoperta dei principali “falsi amici” (parole che sembrano parole nella nostra lingua e danno luogo a errori) legati alla cucina italiana. Vedremo come hanno effettivamente parole foneticamente molto simili Significati completamente diversi tra italiano e spagnolo.
l’asino non è un animale
Il caso più famoso è quello dell'”asino”. No, non stiamo parlando di asini (“asino” in italiano), anche se nel nord Italia sono molto famosi i piatti con questa carne tenera e meno dolce rispetto alla carne di cavallo (ad esempio, lo ‘Spezzatino di Asino’ tipico del Veneto ). Niente da vedere. L'”asino” sulle tavole italiane è un ingrediente importantissimo: il burro. Forse non è usato così tanto come in Francia, ma si trova in antipasti e secondi piatti, o semplicemente spalmato sul pane.
l’acetato non è olio
Continuiamo con i condimenti e troviamo velocemente l’altro falso amico che tutti hanno incontrato almeno una volta. Se vuoi condire la tua insalata, devi stare un po’ attento: infatti il ’L’aceto italiano è aceto spagnolo, mentre l’olio spagnolo è olio italiano. Due termini da non confondere, soprattutto se non vi piacciono le note balsamiche dell’aceto. Almeno con il sale non abbiamo problemi, perché la parola italiana è molto simile alla parola spagnola: “sale”, con la “e” finale. Cambia solo il genere, perché in Italia è maschile.
Altre confusioni della tavola italiana
Ora che sai che la ‘pasta al burro’ è un piatto vegetariano e che hai approfondito l’argomento dell’olio extravergine d’oliva, cioè il condimento più usato nella gastronomia italiana (usiamo anche il mais olio per cucinare invece), passiamo ad alcuni falsi amici un po’ meno comuni. Se in Italia senti la parola ‘brodo’Non devi pensare alla zuppa calda. ‘Caldo’ significa semplicemente ‘caldo’, quindi qualsiasi piatto caldo può essere chiamato ‘piatto caldo’. E il brodo spagnolo? Si chiama “brodo”, “minestra” o “zuppa”, e si prepara solitamente con verdure o carne.
Il nostro menù continua con un divertentissimo falso amico legato ai frutti di mare: se siete sulle spiagge della Sardegna o della Sicilia e volete mangiare degli scampi buoni, dovete chiedere al cameriere un piatto di gamberi. Il motivo è facile da capire: la parola spagnola gambas è simile all’italiano ‘scommessa‘, cioè le gambe. Meglio non sbagliare se non vuoi passare per cannibali e passare per il ristorante più strano.
Concludiamo la nostra guida alla buona cucina italiana per gli spagnoli con alcuni elementi essenziali per i pasti. Il bicchiere si chiama ‘bicchiere’, mentre se chiedi un ‘bicchiere‘ ti porteranno un vaso per piante o fiori. Sul tavolo metti il ’tovaglia‘: non temere, non è un telo da bagno, ma una semplice tovaglia (che suona quasi come l’italiano ‘mantello’, un involucro in Spagna). Di più: la forchetta è ‘forchetta’, il coltello è ‘coltello’ e il cucchiaio è ‘cucchiaio’. Il vino è ‘rosso’ o ‘bianco’ (rosso o bianco) e la birra qui si chiama ‘birra’, per ogni evenienza.
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