Ghiacciaio crollato in Italia: “Non possiamo immaginare di contrastare questo tipo di crollo”

Come spiegare cosa è successo domenica nelle Alpi italiane?

Al momento, non si sa molto con certezza. Possiamo fare ipotesi. Per parlarne, devi contestualizzare le cose. La cima della Marmolada si trova su un versante esposto a nord. Si tratta di un piccolo apparato glaciale che si trova a quote relativamente elevate (3100-3300 m), che fungono da zone di accumulo dei ghiacciai. In questo luogo la neve che cade durante l’inverno non si scioglie completamente l’estate successiva. Il ghiaccio può quindi formarsi lì. Conseguenza diretta: in teoria c’è poco scioglimento.

Inoltre, il ghiaccio può avere diverse temperature. Quando è a 0°C si dice temperato. Più in alto si sale a quote più elevate, più tende ad essere freddo (tra -15 e -18°C alla vetta del Monte Bianco per esempio).

Nelle ultime settimane – e più in generale negli ultimi anni – si è osservato lo scioglimento a quote sempre più elevate. Le zone di accumulo dei ghiacciai si stanno riducendo. Con il riscaldamento globale, tende a verificarsi sempre più scioglimento, mentre 30 o 40 anni prima era solo molto episodico. L’acqua di disgelo può penetrare nei ghiacciai, specialmente attraverso le reti di fessure. Non dovrebbe essere lì, quindi ha un impatto sulla deformazione del ghiaccio e sul flusso del ghiacciaio.

Allo stesso modo, questo riscaldamento può passare da un regime di ghiaccio freddo a un regime di ghiaccio temperato. Se necessario, ciò influisce anche sul comportamento del ghiacciaio. Il ghiaccio freddo viene incollato al letto roccioso sottostante e il flusso avviene solo per deformazione del materiale. Al contrario, con il ghiaccio temperato, anche il ghiacciaio scorre per scivolamento. Tuttavia, questo è amplificato dalla presenza di acqua alla sua base.

Il disastro di domenica è stato probabilmente causato da una combinazione di tutti questi fattori. In altre parole, è una sequenza di diversi fenomeni che potrebbero essere all’origine. A partire da successive ondate di alte temperature (a metà giugno, ad esempio, si sono registrati 12°C sulla vetta del Monte Bianco, a un’altitudine di oltre 4700 m) che hanno portato a uno scioglimento insolitamente significativo a queste quote elevate.

Elma Violante

Difensore della musica freelance. Pioniere del cibo. Premiato evangelista zombi. Analista.

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