Atletica/Mondo.- Gli spagnoli Novales, Lamdassem e Chakir, nella ‘top 25’ di una maratona vinta da Kiplangat – More Sport

Gli spagnoli Tariku Novales, Ayad Lamdassem e Ibrahim Chakir hanno concluso questa domenica nella “top 25” della maratona maschile dei Campionati mondiali di atletica leggera all’aperto, che si svolgono a Budapest (Ungheria), dove la vittoria è andata all’ugandese Victor Kiplangat. .

Novales è arrivato 21esimo, Lamdassem ha concluso la sua scia 22esimo e Chakir 24esimo. Non a caso, solo la squadra etiope è riuscita a piazzare tre corridori nei primi 25 della classifica finale al traguardo.

Nonostante il finale sia stato simile, i tre spagnoli non hanno seguito la stessa tattica. Novales, pur essendo giovane, ha corso da veterano e non ha apportato cambiamenti, anche se ce n’erano fin dall’inizio. La sua prestazione è andata dal sempre più piccolo, divorando chilometri da solo, ma è stato rallentato dal dolore agli adduttori e ha tagliato il traguardo in 2:12:39.

Tuttavia, il dolore intermittente ha permesso a Novales di finire alla grande. Molto più di Lamdassem, che ha impiegato 36 secondi negli ultimi due 2.195 metri. E anche questo Chakir, che lo aveva preceduto per tutta la gara e che dal chilometro 36 lo ha visto solo allontanarsi.

Lamdassem e Chakir hanno scelto di tenersi al guinzaglio e di rispondere il più possibile ad ogni strattone. Li hanno ammortizzati come meglio hanno potuto, mentre i set imprevedibili segnati dal keniano Timothy Kiplagat, dal futuro campione Kiplangat e dal ruandese John Hakizimana, e persino dal giapponese Ichitaka Yamashita con l’italiano Yohanes Chiappinelli, hanno trasformato il tutto in una gara di sopravvivenza.

Anche il caldo e l’umidità non hanno aiutato, Lamdassem e Chakir si sono allontanati e rientrati nel grande gruppo, cercando di spezzare il meno possibile il ritmo in questa guerra di attacchi. Hanno resistito al passaggio di mezzo (1:05:02), così come al km 25 (1:17:05), ma al km 30 (1:32:14) non arrivano più. Uno a 19 secondi e l’altro a 45 secondi. Non ci sarebbe stato ritorno per gli spagnoli e per molti altri che accettarono la sfida.

Chakir è caduto presto ma è riuscito a resistere e alla fine ha recuperato alcune posizioni nelle fasi finali per finire in 2:13:44. Lamdassem ha tenuto a bada i migliori più a lungo, anche se ha lottato per assicurarsi il 22° posto in 2:12:59, il miglior risultato ottenuto in quattro Coppe del Mondo disputate.

La battaglia per l’oro è stata vinta da Kiplangat in 2:08:53. Ha schiacciato così tanto negli ultimi metri che il suo compagno, l’etiope Leul Gebresilase, è finito esausto e ha perso per un soffio l’argento al traguardo contro l’israeliana Maru Teferi, 2:09:12 per 2:09:19. Non molto indietro il sorprendente Tebello Ramakongoana, atleta del Lesotho che ha segnato 2:09:57 chiudendo quarto.

Paolo Vecoli

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