aggiornamentoUna settimana dopo il colpo di stato militare in Niger, anche l’Italia ha iniziato l’evacuazione dal Paese africano. Un volo speciale è decollato da Niamey, la capitale del Niger. Lo ha annunciato mercoledì sera il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani. L’aereo è atterrato a Roma mercoledì mattina.
A bordo c’erano sia cittadini italiani che stranieri, ha detto Tajani. A bordo, oltre a 36 italiani, c’erano anche quattro bulgari e due austriaci. Secondo il ministro rimarrebbero in Niger quasi un centinaio di italiani.
La Francia aveva già riferito martedì che un volo di evacuazione con a bordo 262 persone, tra cui una dozzina di bambini, era decollato da Niamey. Secondo il ministro degli Esteri francese Catherine Colonna “quasi tutti erano connazionali”. L’aereo è atterrato a Parigi mercoledì mattina presto.
Tajani ha detto ai media italiani che alcuni dei suoi connazionali hanno scelto di restare in Niger. Secondo lui l’ambasciata italiana a Niamey resterà aperta. L’ambasciatrice Emilia Gatto ha detto che nella capitale del Niger prima dell’evacuazione parziale c’erano “circa 80” italiani.
La Francia conosce circa seicento francesi in Niger e sta attualmente effettuando tre voli di evacuazione, con a bordo altri cittadini europei e forse anche belgi. Secondo il Belgio, ci sono circa 110 cittadini belgi nel paese. Il ministero degli Esteri olandese ha invitato circa 25 olandesi presenti in Niger a rimanere a casa. Non è noto se anche loro lasceranno il Paese.
Incontro di colpo di stato
Mercoledì scorso il presidente democraticamente eletto del Niger, Mohamed Bazoum, è stato messo sotto accusa. Il generale Abdourahamane Tchiani si è autoproclamato nuovo leader. Il colpo di stato è stato fermamente condannato dalla comunità internazionale.
I capi dell’esercito dei paesi della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (ECOWAS) si incontreranno da mercoledì a venerdì per discutere del colpo di stato. I capi di Stato e di governo dei paesi dell’ECOWAS si sono incontrati domenica ad Abuja, la capitale della Nigeria. Hanno condannato il colpo di stato militare e hanno concesso ai militari che avevano preso il potere in Niger una settimana per reintegrare il deposto presidente Bazoum.
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