sloveno Cugino Roglic (Jumbo Visma), tre volte vincitore del Giro di Spagna, ha dimostrato ancora una volta di essere tornato al suo livello migliore vincendo la quinta tappa della Tirreno Adriatico tra Morro d’Oro e Sassotetto – Fonte Lardina, di 165,6 km, in cui al vertice ha messo in testa la “maglia azzurra”.
In una finale contesa tra il gruppo dei favoriti, decide la velocità di punta e il tiro di Roglic (Trbovlje, 33), siglando una doppietta in 4h.38.32, davanti all’italiano Giulio Ciccone (Trek Segafredo) e al britannico Tao Geoghegan ( Ineos), all’interno del settore in cui si trovavano Enric Mas (Movistar) e Mikel Landa (Bahrain).
Un altro scatto di Roglic, che dimostra giorno dopo giorno di essere tornato nella sua versione migliore, stavolta con l’assegnazione della maglia azzurra che caratterizza il leader della “Course des Deux Mers”. Il bonus ha permesso allo sloveno di guidare la classifica generale con 4 secondi di vantaggio sul tedesco Lennard Kamna (Bora), che non è riuscito a mantenere la maglia azzurra e 12 sul portoghese Joao Almeida (UAE). Enric Mas chiude la top 10 a 31 secondi.
In una giornata che si è accorciata negli ultimi 3 chilometri di salita in programma a Sassotetto a causa del forte vento che ha sferzato la regione, è mancata la battaglia tra i grandi della classifica generale, e solo alla fine sono apparsi i grandi leader nella lotta per la vittoria parziale.
Maltempo sulla tappa, freddo, pioggia e soprattutto vento contrario che ha punito il gruppo. Il maltempo non ha impedito la fuga di 7 uomini: Ballerini (Soudal-QuickStep), Zdenek Stybar (Jayco-AlUla), Fetter (Eolo-Kometa), Anthony Perez (Cofidis), Guglielmi (Arkéa-Samsic) e Florian Stork (DSM) ).
Il gruppo, con il vento come rivale comune, ha lasciato passare la fuga fino a quando le difficoltà orografiche sono apparse nell’ultimo terzo di gara. Risalendo San Ginesio, la gara ha iniziato a muoversi con lo slancio di Ineos. Il breakout ha iniziato a perdere unità ea perdere il vantaggio, che non ha mai superato i 3 minuti.
A 30 km dal traguardo il gruppo era già in piena corsa, ma con le strategie impegnate. Dopo aver superato la Cota de Gualdo, la Bora ha preso il comando per iniziare la salita al Sansonetto, valico mutilato nei suoi ultimi 3 chilometri. La squadra tedesca voleva difendere la leadership di Kamna.
Gli Emirati Arabi Uniti hanno preso il posto di Bora, quando a 4,5 dalla vetta, l’italiano del Bahrain Damiano Caruso è partito alla grande, aprendo un distacco di 25 secondi. È stata la prima mossa nell’area dell’alta gerarchia.
ENRIC MAS ATTACCA, ROGLIG CHIUDE CON VITTORIA E LEADERSHIP
Con Caruso a portata di mano, Enric Mas ha preso l’iniziativa, a 2 km dal traguardo, in una corsa che ha selezionato un gruppo di 15 corridori che avrebbero disputato la tappa, tra cui il colombiano Santiago, Buitrago, Ciccone e Mikel Landa.
La mancanza di collaborazione ha fatto sì che Mas rinunciasse al suo sforzo, provocando un arresto importante, che ha permesso al leader Kamna e Primoz Roglic di fare squadra, che inizialmente aveva ceduto all’attacco del ciclista delle Baleari.
Vicino al traguardo, l’esito dello sprint è diventato chiaro. Ciccone, uno scalatore veloce, si è tuffato per la vittoria, ha risposto Tao Geoghegan, ma il possente Roglic è apparso da dietro per prevalere e indossare la maglia blu con il motivo della gara.Era la sua 67a vittoria da professionista.
Questo sabato si correrà la sesta tappa tra Osimo Stazione e Osimo, con un percorso di 193 km caratterizzato da dislivelli che non daranno tregua al gruppo. Una sorta di classico che arriva su un ripido pendio. Festa degli uomini del generale.
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