In un ricorso depositato oggi alla Procura della Repubblica di Roma, gli avvocati del regista David Grieco hanno chiesto la riapertura del procedimento relativo all’omicidio dello scrittore, poeta e regista italiano Pier Paolo Pasolini.
L’intellettuale più importante d’Italia fu assassinato nella località balneare romana di Ostia il 2 novembre 1975.
La richiesta di declassificazione richiede ulteriori accertamenti sul Dna rinvenuto dai Carabinieri sul luogo del delitto a seguito di nuovi accertamenti effettuati nel 2010.
I legali del regista italiano ritengono che l’omicidio non sia stato commesso, dopo una storia d’amore, dal giovane Pino Pelosi, unico condannato del caso. Sono convinti che ci fossero almeno altre tre persone nello stesso posto.
Secondo le dichiarazioni di esponenti della criminalità organizzata dell’area metropolitana di Roma, del resto, il vero motivo della presenza di Pasolini a Ostia sarebbe stato completamente diverso e legato al suo tentativo di recuperare parte del materiale del film “120 giorni a Sodoma “, che gli era stato rubato. Nel film del 2016 “La Macchinazione” (“The Machine”), David Greco descrive in dettaglio l’intera storia del furto di gran parte del film di Pasolini.
Nella domanda depositata oggi si precisa che “fu comunque una trappola mortale e Pasolini perse la vita in un agguato, dopo un barbaro pestaggio”.
Fonte: AMPE
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