Nota sulla gamba della sedia ha portato la polizia al boss della mafia (AGGIORNAMENTO VIDEO)

La polizia ha rintracciato il boss mafioso Matteo Messina Denaro, arrestato in Sicilia a gennaio, grazie a un biglietto in una gamba della sedia a casa della sorella. Anche questa Rosalia Messina Denaro (67 anni) è stata ora arrestata. giustizia italiana pensare che ha anche partecipato all’organizzazione criminale. Una sorta di contabile, avrebbe ricoperto un incarico importante in Cosa Nostra, la mafia siciliana.


Gamba della sedia

Probabilmente ha aiutato suo fratello quando era in fuga dalla polizia dal 1990. Matteo Messina Denaro era considerato il capo della mafia in Sicilia. Rosalia Messina è stata arrestata venerdì mattina a Castelvetrano, comune della Sicilia occidentale. Secondo la polizia, la donna stava diventando la nuova “forza strategica” di Cosa Nostra.

È anche la madre dell’avvocato di Matteo Denaro. Sul muro di una delle sue case c’era un’opera d’arte, un ritratto di Matteo.

A dicembre gli agenti hanno fatto una visita segreta all’abitazione di Rosalia Messina dove sono stati collocati dei microfoni. Dopo attente ricerche, una nota (a Pizza) Trovala. Era nascosto in una gamba della sedia. La polizia lo ha fotografato e lo ha rimesso a posto. A Rosalia Messina non è stato permesso di sapere che la polizia aveva trovato il biglietto.

Morbo di Crohn

I membri della mafia comunicano da molto tempo con tali note (Pizza) che di solito sono parzialmente scritti in un linguaggio codificato.

Gli investigatori hanno scoperto che la nota sulla gamba della sedia si riferiva a un paziente in ospedale. Il detective aveva precedentemente stabilito che Matteo Messina Denaro soffriva del morbo di Crohn, un’infiammazione cronica dell’intestino. Questo era stato discusso in conversazioni telefoniche intercettate. Le informazioni sulla nota fornirono indizi decisivi per scoprire dove si trovava Matteo Messina.

Mandato di arresto

Le nuove informazioni sull’arresto di Denaro provengono da un mandato di cattura nei confronti della sorella emesso dai tribunali italiani.

Si scopre che Denaro era in cura in una clinica di Palermo sotto il nome di Andrea Bonafede. Il biglietto è stato scritto a mano da Rosalia. C’era una serie di date e sigle riferite a cure mediche di malattie, ricoveri e operazioni che – alla fine – corrispondevano al quadro clinico di Matteo Messina Denaro.

Gli inquirenti hanno accertato che Bonafede non era ricoverato ma era in cura a casa a Campobello di Mazara, dove Denaro è stato arrestato.

Ora

C’è altro da ricercare Pizza rinvenuto nelle due case utilizzate dalla sorella Dentro di Messina, insieme a copie di appunti, anche nella casa dove Messina è stato arrestato. È stato inoltre trovato un programma con scadenze e orari per un percorso fisso di “consegna della posta”. Per motivi di sicurezza, questo era un sistema lento.

L’investigatore ha scoperto che la donna (indicata come “Fragolone” nelle note) aveva accuratamente registrato spese, come pagare avvocati per altri membri della famiglia. Suo fratello gli ha anche dato istruzioni di non gonfiare eccessivamente alcuni costi.

formaggio Parmigiano

C’erano anche termini tecnici sorprendenti nelle note, apparentemente un linguaggio in codice. La polizia ritiene che ciò indichi contatti corrotti all’interno dell’apparato governativo. E un “Parmigiano” sarebbe un grosso uomo d’affari corrotto.

Matteo ha anche insegnato a sua sorella come rilevare ed eludere i mezzi tecnici di sorveglianza della polizia come telecamere e microfoni. C’è stata anche una consultazione sui segnali che indicano pericolo per i mafiosi che si avvicinano alla casa di Rosalia, come la stoffa colorata.

testo politico

È stata trovata anche una lettera manoscritta che assomiglia a un manifesto politico, apparentemente scritta da Matteo Messina, indirizzata alla sorella. Descrive Cosa Nostra come una sorta di organizzazione di resistenza sullo sfondo della storia italiana. Secondo lui, è “un onore” essere processato per appartenenza alla mafia. Messina Denaro scrive, tra l’altro:

Siamo stati perseguitati come se fossimo malvagi. Trattati come se non fossimo della razza umana. Siamo diventati un’etnia da annientare. Eppure, noi, figli di questa terra di Sicilia, siamo stanchi di essere travolti da uno stato prima piemontese poi romano che non riconosciamo. Siamo siciliani e così volevamo rimanere. Hanno inventato una grande bugia per la gente. Noi i cattivi, loro i buoni.

Carlita Gallo

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