Negli ultimi anni c’è stato un nuovo interesse per i pionieri del cinema, anche quelli del “pre-cinema”. Lo testimoniano oggi una mostra e un film. Il primo sta per concludersi al Museo Tinguely di Basilea, mentre il lungometraggio non è ancora arrivato nelle sale della Svizzera romanda. C’è spesso, così, una discrepanza simile a una vertigine siderale tra gli svizzeri di lingua tedesca e quelli di lingua francese. Allora scrivo velocemente l’articolo sulla coincidenza astrale. Lo scatto è visibile fino al 29 gennaio. Il lungometraggio di Hansmartin Siegrist, distribuito dalla prestigiosa Praesens Film (1), dovrebbe invece uscire tra Ginevra e Losanna mercoledì 18 gennaio. dico “dovrebbe”…
Ma cos’è? Da un omaggio a François-Henri Lavanchy-Clarke, che tra il 1896 e il 1899 produsse un gran numero di brevissime strisce. L’uomo arrivò pochi mesi dopo i fratelli Lumière. Nato a Morges nel 1848, anno della rifondazione della Confederazione, aveva già vissuto diverse vite. Lo avevamo conosciuto come missionario protestante, delegato della giovane Croce Rossa, banchiere, saponiere (qui semplifico un po’), pubblicista e badante di ciechi. Ecco, sono sorpreso. Come passare da laboratori per ciechi a un direttore della fotografia ancora muto? Resta il fatto che il nostro tuttofare realizzerà, nell’ambito dell’Esposizione Nazionale del 1896, attribuita a Ginevra, animazioni per un Palazzo delle Fate. Tra questi ci saranno proiezioni di film girati più o meno in loco. Questo personaggio intraprendente continuerà su questo slancio per alcuni anni, prima di intraprendere altre avventure tra cui una fabbrica di cioccolato. Lavanchy, che aveva sposato una signora Clarke, morì a Cannes nel 1922, da qui gli attuali tributi.
Un’intera squadra si è messa al lavoro per offrire documenti e proiezioni nella parte posteriore del Museo Tinguely, un’istituzione dal progetto a dir poco complicato. Meglio conoscere l’ora e appassionarsi alla settima arte delle origini. Il set non ha il lato “grande pubblico” coltivato da questa istituzione all’inizio monotematica. Ci sono molte foto e documenti d’epoca lì. Alcuni riguardano Lavanchy, parte del cui archivio (con una cinquantina di film) è stato ritrovato da un nipote. Altri celebrano l’Esposizione Nazionale, resa famosa dal suo “villaggio svizzero”, ma anche dai suoi “villaggi negri”. Di questi si è parlato molto negli ultimi anni come horror assoluto. Mi sembra relativo rispetto a ciò che all’epoca era veramente grave in certe colonie. Il visitatore deve quindi districare i fili. Ovviamente può anche vedere alcuni nastri “rimasterizzati” di Hansmartin Siegrist, che tende a incastonarli nelle vedute attuali degli stessi luoghi svizzeri.
Si compie così un dovere di memoria. Anche se il Pavillon des Fées (metà pagoda, metà caffè marocchino) era originariamente destinato ad altre attività, è stato uno dei primi cinema al mondo. Ma difficilmente! Ginevra innoverà ancora una volta alla fine del 1896. Maurice Andreossi, italiano di una generazione più giovane di Lavanchy (era nato a Bergamo nel 1866), allora costruì il suo Alpineum nel solido, avenue du Mail per proiettare film. Una novità senza precedenti all’epoca, quando il cinema restava un intrattenimento da fiera. L’avventura rimarrà qui più breve. L’edificio sarà demolito nel 1899. Una volta bisognerà guardare seriamente all’Andreossi.
(1) I Praesens sono gli artefici dei principali lungometraggi girati in dialetto tra il 1938 e la fine degli anni Cinquanta a Zurigo.
Conveniente
«Kino vor dem Kino: Lavanchy-Clarke, Schweizer Filmpionier», Museum Tinguely, 1, Paul Sacher-Anlage, Basilea, fino al 29 gennaio 2023. tel. 061 681 93 20, sito web www.tinguely.ch Aperto da martedì a domenica dalle 11:00 alle 18:00, giovedì fino alle 21:00. Il 20 gennaio fino alle 2:00 nell’ambito della “Notte dei musei”.
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– Il Museo Tinguely onora un pioniere della settima arte
L’istituzione si appoggia a François-Henri Lavanchy-Clarke. I Vaudois girarono dal 1896 al 1899 brevi strisce. A lui è dedicato anche un film.