Entrambi i nomi erano già in archivio. L’ex eurodeputato Pier Antonio Panzeri, il presunto boss, avrebbe detto in precedenza che Tarabella e Cozzolino avevano ricevuto “doni” dal Qatar. Der Spiegel ha rivelato la scorsa settimana che Cozzolino potrebbe essere coinvolto in pratiche di corruzione da parte del Marocco. L’italiano avrebbe avuto contatti diretti con Mohamed Yassine Mansouri, il capo dei servizi segreti marocchini DGED, per influenzare il gruppo socialdemocratico S&D al Parlamento europeo.

Tarabella era già stata cercata. L’eminente politico del Partito socialista francofono ha negato di aver ricevuto favori dal Qatar, il suo avvocato ha evocato una caccia alle streghe. Il belga era stato in precedenza molto critico nei confronti della Coppa del Mondo in Qatar, ma poi ha preso una svolta politica, elogiando lo stato del deserto come modello.

Procedimento urgente

Lunedì, la giustizia belga ha presentato una richiesta ufficiale al Parlamento europeo per revocare l’immunità. Per poter prendere una decisione il più rapidamente possibile, la presidente Roberta Metsola ha avviato una procedura d’urgenza. Tuttavia, potrebbero essere necessarie settimane prima che il Parlamento possa accettare la richiesta.

“Fin dall’inizio, il Parlamento europeo ha fatto tutto ciò che era in suo potere per sostenere le indagini in corso e continueremo a garantire che non ci sia impunità. I funzionari troveranno questo Parlamento dalla parte della legge. La corruzione non può pagare e faremo tutto il possibile per combatterla”, ha dichiarato il presidente maltese in una nota.

“Porta del Qatar”

Quattro sospetti sono attualmente in custodia cautelare per possibile coinvolgimento nel “Qatargate”. Si tratta della deposta vicepresidente del Parlamento Eva Kaili, del suo compagno Francesco Giorgi, dell’ex Ppe Panzeri e del lobbista Niccolò Figà-Talamanca.