“Non lo vogliamo neanche noi.” Francia e Italia contestano l’accoglienza dei migranti dall’Africa

Per tre settimane la Ocean Viking, che ha imbarcato 234 migranti sulle barche dei trafficanti al largo della Libia, ha atteso il permesso di attraccare al largo del continente europeo. L’Italia, i cui porti sono spesso il primo obiettivo di queste operazioni di salvataggio, ha rifiutato l’ingresso.

Il nuovo governo italiano, guidato dal partito conservatore nazionale Fratelli d’Italia e dal suo presidente Giorgia Meloni, ha un approccio intransigente contro l’immigrazione clandestina direttamente nel suo programma. La nave lasciò in eredità alla Francia, che alla fine la ricevette a Tolone. Tuttavia, ciò provoca altri problemi sulla scena nazionale e internazionale.

Mentre la nave si dirigeva verso la Francia, il governo italiano celebrò la sua prima piccola vittoria. Il vicepresidente del Consiglio e presidente della Lega, Matteo Salvini, si è compiaciuto che “la marea stia cambiando”, e il senatore di Forza Italia di Berlusconi, Maurizio Gasparri, ha affermato che “la dura politica sull’immigrazione sta iniziando a dare i suoi primi successi.

Ha festeggiato un po’ meno l’opposizione in Francia, ideologicamente vicina al governo italiano, cioè l’Associazione nazionale di Marine Le Pen. Segna anche punti politici con il suo programma anti-immigrazione e incolpa il governo Macron di aver distrutto la sicurezza e l’armonia sociale in Francia con l’immigrazione incontrollata, soprattutto dai paesi africani e arabi.

Tuttavia, il governo francese sta affrontando critiche interne, pubbliche e mediatiche per aver permesso all’Italia di spingerlo contro il muro in questo modo. Il ministro dell’Interno del Paese, Gérald Darmanin, ha quindi già annunciato in risposta che il Paese rafforzerà il confine comune con l’Italia per prevenire gli attraversamenti illegali e sospenderà l’accettazione di solidarietà precedentemente concordata di 3.500 migranti dall’Italia.

Dopo i primi festeggiamenti, la Meloni descrive la reazione francese come “incomprensibile e ingiusta”, che a suo dire equivale a “tradimento”. Mentre la Francia parla di “comportamento inaccettabile”, l’Italia segnala una mancanza di solidarietà europea.

Prevenire i mari e stabilire hotspot di sicurezza

Sette anni dopo, i sentimenti della crisi migratoria del 2015 stanno riaffiorando, ma ora molto più forti. Né l’Italia né la Francia si preoccupano dei migranti africani e dei richiedenti asilo sul loro territorio.

“L’Italia non può essere un porto per tutti gli africani che salpano per l’Europa”, dice Meloni. Secondo lei, l’Europa dovrebbe impedire i viaggi via mare già al largo delle coste africane e stabilire hotspot comuni per i migranti per verificare la loro identità.

Solo quest’anno, secondo Meloniová, l’Italia ha accolto 90.000 migranti arrivati ​​in Europa attraverso il Mar Mediterraneo. Nel giorno in cui la Francia ha prelevato 234 persone dalla Ocean Viking, altre 600 sono arrivate sul suolo italiano dalle navi di soccorso. Allo stesso tempo, Meloniová critica il piano europeo per la redistribuzione dei migranti: delle ottomila persone che dovrebbero lasciare l’Italia, solo 117 sono state ricollocate, di cui 38 in Francia.

Secondo il ministro dell’Interno italiano Matteo Piantedosi, ideologicamente vicino alla Lega anti-immigrazione, i migranti dovrebbero essere accolti dal Paese in cui è immatricolata la nave di soccorso che li ha portati in Europa. Possono anche chiedere asilo lì.

Bruxelles: come prevenire un’altra mega-crisi migratoria

Da un lato il governo italiano si attiene al suo programma elettorale, ma dall’altro non può permettersi di danneggiare i rapporti con l’Europa. Ancor meno in un momento in cui l’Unione sta lavorando adeguamento del bilancio e della politica del debito in modo che rifletta meglio la situazione e le esigenze di ogni paese. Mentre il Nord vuole una politica fiscale più disciplinata, il Sud, compresa l’Italia, sta cercando di applicare le regole nel modo più flessibile possibile.

In segno di buona volontà, Meloni ha fatto il suo primo viaggio da presidente del Consiglio a Bruxelles. E questo con il messaggio che l’Italia è un partner affidabile sulla scena europea, e allo stesso tempo con una richiesta di approvazione del piano italiano per la ripresa economica post pandemia, per il quale arrivano ingenti finanziamenti proprio dall’Unione.

Tuttavia, il deputato italiano ed ex ministro italiano per l’Europa Sandro Gozi lo vede come un’ipocrisia: “La Meloni a Bruxelles finge di cooperare con l’Europa, mentre a Roma continua a fare propaganda di estrema destra. Ma se vogliamo ora ricevere dall’Ue risorse finanziarie senza precedenti, dobbiamo anche essere i primi a rispettare le regole europee”.

È proprio a causa del contenzioso migratorio tra Italia e Francia che la Commissione europea vuole convocare per dicembre una riunione straordinaria dei ministri dell’Interno degli Stati membri. “Non possiamo lasciar andare così lontano che due stati sono così duri l’uno con l’altro in pubblico a causa della migrazione”, il vicepresidente della Commissione europea Margaritis Schinas è preoccupato per le conseguenze della situazione attuale della migrazione. “Rischia di creare un’altra mega-crisi politica”.

Celio Bruno

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