Dopo un periodo non proprio di successo a Hollywood – Sicario: La guerra dei cartelli E Senza alcun rimorso sono passati in gran parte inosservati – Stefano Sollima riscopre i suoi primi amori: l’Italia, il ventre di Roma e gli antieroi della malavita.
Nella vena di Suburra e la sua serie Romanzo Criminaleil regista racconta una nuova storia di mafia in un thriller soffocante e minimalista, Adagio, disponibile su Netflix. Seguiamo la caccia al giovane Manuel, messo alle strette da agenti di polizia corrotti, che si ritrova costretto ad accettare una missione sotto copertura ad alto rischio in una serata dubbia. Oppure, quando va nel panico e scappa, è un ex criminale uscito di prigione a nasconderlo, contro ogni previsione. Tutto è nel titolo.
Una splendida galleria di volti spezzati
Adagio non ha niente a che vedere con un thriller frenetico che spara in tutte le direzioni. Sollima filma una Roma al rallentatore, che soffoca sotto le fiamme di un incendio che divampa alle porte della città. Ciò si traduce in alcune lunghezze innegabili. Schiacciati da questo calore che irradia lo schermo, sudiamo copiosamente, come questi poliziotti e mafiosi che giocano al gatto col topo in un mondo di ambiguità. Il confine tra il bene e il male è appena percettibile e alla fine esplode in un atto finale shakespeariano mozzafiato.
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Come al solito, il regista si destreggia con la moralità e crea una storia di redenzione che può essere apprezzata soprattutto nei suoi dettagli: un’atmosfera opprimente, un ambiente duro, quasi senza tempo, alcuni gustosi incontri faccia a faccia e una straordinaria galleria di immagini spezzate. facce. . Dal giovane lupo Gianmarco Franchini al maestro Toni Servillo, passando per l’imponente Pierfrancesco Favino, gli attori del direttore d’orchestra Sollima interpretano questo Adagio all’unisono. 2:07 Su Netflix.
Difensore della musica freelance. Pioniere del cibo. Premiato evangelista zombi. Analista.