L’Italia, banco di prova politico | lealtà

Non si tratta certo della prima esperienza nella storia politica italiana. L’Italia è un laboratorio della politica moderna, afferma lo storico Pepijn Corduwener nel suo libro “Testbed Italy”. “Chi esamina attentamente la storia italiana può prevedere la direzione che sta prendendo l’Europa”.

L’Italia come precursore? Il paese ha più l’immagine di essere lasciato indietro.

“Ci piace vedere l’Italia come pioniera nel design, nell’arte, nel cinema e nella gastronomia. Ma quando si tratta della politica italiana, il nostro atteggiamento è più condiscendente. Mentre in questo senso l’Italia è avanti rispetto al resto d’Europa. E soprattutto in senso cronologico. Il fascismo, ad esempio, è nato lì. E dopo la seconda guerra mondiale, i partiti politici italiani sono cresciuti molto più velocemente che altrove in Europa, da partiti aderenti vicini ai cittadini a partiti amministrativi con un eterno carosello di posti di lavoro. È così che la Democrazia Cristiana, con le sue tigri del partito come Giulio Andreotti, è riuscita a mantenere il potere per decenni. Quando questo modello implose negli anni Novanta, Berlusconi entrò in scena e introdusse il populismo televisivo. È stato il pioniere di uno stile di leadership in cui tutta l’attenzione è rivolta alla persona e non al programma del partito. Gli sviluppi politici in Italia sono più concentrati e più marcati. Il Paese ci offre sia il microscopio che la sfera di cristallo.

Come è successo?

“Il divario tra cittadini e politici è ancora più profondo in Italia che nei Paesi Bassi, in Francia o a Bruxelles, per esempio. Questo difetto si era già manifestato con l’Unità d’Italia nel 1861. Il Paese infatti fu concepito e conquistato a tavolino. Da allora l’élite ha tentato di colmare il divario e ha tentato di creare “italiani”. Ciò è accaduto con tutti i tipi di esperimenti, a volte molto radicali. Eppure molti italiani vedono ancora lo Stato come un nemico che non fa nulla per loro, impone tasse elevate e offre in cambio poche agevolazioni. Ora Luigi Di Maio del Movimento Cinque Stelle cercherà di colmare il divario”.

Che tipo di nuova esperienza politica possono aspettarsi gli italiani se il Movimento Cinque Stelle governa davvero?

«Quando è stata annunciata la vittoria elettorale, Di Maio ha dichiarato: ‘è nata la Terza Repubblica, la repubblica dei cittadini’. Il Movimento Cinque Stelle immagina una democrazia con una forte partecipazione diretta dei cittadini, dove i cittadini possano, ad esempio, elaborare insieme progetti di legge via Internet. Si oppone ai politici professionisti che incoraggiano la corruzione, lo spreco di denaro e il malgoverno. Lasciarlo provare alla “gente comune”, questa è l’idea. All’interno del partito troverete persone di ogni genere, dai neofascisti ai comunisti, dai disoccupati ai piccoli imprenditori. Insieme possono cambiare la direzione e il colore della festa, questa è l’idea. Il Movimento Cinque Stelle è un partito galleggiante, questo è il suo aspetto innovativo”.

L’Italia è di nuovo pioniera? Vedete questo tipo di partito fluttuante emergere altrove in Europa?

“Penso che anche nel resto d’Europa emergeranno movimenti che, come il Movimento Cinque Stelle, saranno molto più flessibili, fluidi e agili rispetto ai partiti popolari tradizionali. In Spagna, ad esempio, è quello che sta accadendo con Podemos. Questo partito cerca di operare dal basso e mobilitare gruppi di cittadini a livello locale in “circoli”. O il movimento “En Marche” di Macron. Il presidente francese non vuole lavorare tanto a sinistra o a destra, ma, come lo definisce lui, “post-ideologico”, cercando quale sia l’approccio migliore per ogni tema.

Il ruolo dei populisti di destra è già stato giocato? La Lega, il partito di Matteo Salvini, ha comunque ottenuto quasi un quinto dei voti alle elezioni.

“Considerando ciò che l’Italia ha dovuto affrontare in termini di migrazione, avrebbe potuto benissimo andare peggio. Non sto dicendo che il ruolo dei populisti di destra sia esaurito, ma penso che l’idea che prenderanno il potere per un certo periodo sia superata. In Italia, vediamo innanzitutto che il populismo di destra si è indebolito. Ma anche altrove sembra essere in declino. Basta guardare Wilders, anche lì lo splendore e la novità hanno perso un po’”.

Anche le politiche del Movimento Cinque Stelle sono state ampiamente criticate. Nella pratica questo non funziona molto bene, ad esempio a Roma dove è stato liberato il sindaco.

“Roma è difficilissima da governare e da ogni armadio aperto dalla sindaca Virginia Raggi è caduto un cadavere. L’eredità di trent’anni di malgoverno. La Raggi non è riuscita a migliorare la situazione, ma certamente non ha ricevuto aiuto dalle vecchie forze. La burocrazia comunale vorrebbe vederlo fallire. Ho molti dubbi sul movimento, ma non credo che tutte le critiche siano giustificate”.

Quali sono le possibilità di successo di questo ultimo esperimento politico italiano?

“Il Movimento Cinque Stelle, come altri esperimenti politici del passato, non riuscirà a colmare il divario tra cittadini e politica. Perché non penso che possa essere riempito. I giorni in cui avevamo un re che governava ed era adorato per grazia di Dio sono ormai lontani da noi. Tutti gli esperimenti fallirono ancora una volta. Questa è la tragedia dell’Italia come banco di prova. Ma fortunatamente, col tempo gli esperimenti sono diventati molto più pacifici. Questa è la grande lezione della storia italiana che dà speranza.

Carlita Gallo

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