Non consentito il rientro dei richiedenti asilo in Italia: violazione dei diritti umani

Secondo il Regolamento Dublino la procedura di asilo deve essere completata nel Paese in cui il richiedente asilo si presenta per la prima volta. “È un duro colpo”, ha risposto Van der Burg.

“Non mi aiuta. L’Italia è un grande paese in termini di afflusso verso l’Europa. Ci sono alcune migliaia di persone che non possiamo rimandare indietro adesso.”

Mancano i bisogni primari

Ma in Italia mancano le infrastrutture di accoglienza. Ciò significa che esiste il “rischio reale” che i due richiedenti asilo non riescano a soddisfare i bisogni primari più importanti, come alloggio, cibo e acqua corrente. La conseguenza di questa decisione è che, secondo il Consiglio di Stato, i Paesi Bassi devono elaborare autonomamente le domande di asilo.

È un nigeriano e un uomo che dice di provenire dall’Eritrea. Il nigeriano ha chiesto asilo prima tre volte in Italia, poi ancora nei Paesi Bassi. L’altro uomo è entrato in Europa attraverso l’Italia, ma non ha cercato asilo lì.

Van der Burg voleva rimandare i due uomini in Italia in base al regolamento di Dublino. In linea di principio gli Stati membri dell’UE possono presumere che la situazione in un altro Stato membro non sia contraria ai diritti umani, ma sono possibili eccezioni, precisa il Consiglio di Stato. Adesso in Italia è così.

Trasferimento dei richiedenti asilo

Dalla fine dello scorso anno, le autorità italiane hanno più volte indicato che il trasferimento dei richiedenti asilo deve essere temporaneamente sospeso a causa del regolamento Dublino, per mancanza di strutture di accoglienza.

Non è ancora chiaro quando questi problemi verranno risolti e quando i richiedenti asilo potranno essere rimpatriati in Italia.

Carlita Gallo

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