Pubblicato il 29 ottobre 2023 alle 13:36
In Francia si moltiplicano i commenti sulla recessione tedesca prevista quest’anno attorno al -0,3%, mentre per la Francia si prevede una crescita dell’1%. Una forma di schadenfreude, questa gioia malsana che proviamo quando osserviamo la sfortuna degli altri. La Germania sarebbe vittima delle sue scelte di modello economico: troppo dipendente dagli Stati Uniti per la sicurezza, dalla Russia per l’approvvigionamento energetico, dalla Cina per le esportazioni…
Una recessione in Germania non è tuttavia una buona notizia per almeno due ragioni, oltre all’effetto diretto sulla crescita francese stimata in 0,1 punti di crescita negli ultimi diciotto mesi. In primo luogo perché le ragioni di questa recessione sono profonde e sollevano la questione se la Germania possa riformarsi. In secondo luogo, perché l’Europa ha bisogno di una Germania forte, in un contesto internazionale segnato da conflitti e vulnerabilità finanziaria.
Differenziale di competitività energetica
Durante la crisi dell’Eurozona, la Germania si è affrettata a criticare la mancanza di riforme strutturali da parte dei suoi vicini. Adesso tocca a lui mangiare il suo pane nero. Se le recenti iniziative politiche del governo tedesco (piano in dieci punti, manifesto sulla politica industriale) vanno nella giusta direzione, le difficoltà che devono affrontare le imprese tedesche si accumulano: carenza di manodopera, elevati costi energetici, notevoli oneri normativi e fiscali, lenta digitalizzazione e inverdimento.
Le aziende di mittelstand [des ETI familiales], spina dorsale della crescita tedesca, preoccupati per il differenziale di competitività energetica, guardano altrove e sono allarmati dalla perdita di velocità in termini di innovazione, investimenti e creazione di posti di lavoro ad alto valore aggiunto. A differenza della Francia, la Germania non vuole giocare il gioco dei sussidi per la reindustrializzazione verde, e vuole favorire la semplificazione normativa e amministrativa. Non è il suo punto forte e ci vorrà tempo.
Tassi di risparmio record
Naturalmente, ci sono altre soluzioni sul tavolo: una nuova riforma delle pensioni, ulteriori tagli fiscali o crediti per le imprese, una nuova politica migratoria, una nuova politica abitativa, un chiaro sostegno alla servitizzazione (nuovi servizi, software, Big Data o intrattenimento, associati alla il settore manifatturiero) e l’ecologizzazione, per citarne solo alcuni. Sono più costosi, economicamente e politicamente, con una coalizione di governo divisa. Questa incertezza politica pesa anche sulla volontà di investimento delle imprese e delle famiglie, come evidenziato dai tassi di risparmio record.
Gli elevati livelli di debito nei principali paesi europei, combinati con il lento declino economico della Germania, potrebbero causare indebite preoccupazioni.
Se la Germania non fosse in grado di ristrutturarsi rapidamente, quale impatto avrebbe sull’Europa e sull’euro nel medio termine? Uno dei grandi vantaggi della situazione fiscale tedesca è che la sua forte posizione sui mercati internazionali del credito ha sostenuto la stabilizzazione finanziaria dei paesi dell’Eurozona in difficoltà e dell’euro stesso.
Trova soluzioni comuni
Il discorso salvifico di Mario Draghi, i piani di salvataggio di centinaia di miliardi di euro, i programmi di riacquisto di asset, lo strumento di bilancio comune o la resilienza degli spread dei tassi europei nel mezzo di un crollo obbligazionario, sono tutti basati su un’ancora tedesca. Gli elevati livelli di debito nei principali paesi europei, combinati con il lento declino economico della Germania, potrebbero causare indebite preoccupazioni. Non è solo la Germania che ha bisogno di ricalibrare il proprio modello economico, ma anche altri come Italia e Francia. Tanto vale farlo insieme invece di intralciarci a vicenda?
Le elezioni europee si avvicinano. Il Parlamento nel 2024 potrebbe essere più diviso e meno europeista, quindi meno propenso a trovare soluzioni comuni in un periodo turbolento a livello internazionale così come all’interno dell’Unione. Il momento è quindi piuttosto Mudita, gioia indiretta, cara ai buddisti.
Ludovico Subran è il capo economista del gruppo Allianz.
Difensore della musica freelance. Pioniere del cibo. Premiato evangelista zombi. Analista.