In questo periodo dell’anno ne siamo inondati nuovi libri di cucina, vorrei parlare del libro di cucina italiano per eccellenza, da cui derivano tutti gli altri ricettari. Almeno, è così che dovrebbe essere visto. cibo italianocon il famoso al suo seguito dieta mediterraneache molti credono esista fin dall’antichità, in realtà ha solo più di 100 anni ed è dovuta ad un uomo: Pellegrino Artusi.
L’Unità d’Italia e la cucina italiana
Prima che l’Italia diventasse un’unità nel 1870, era composta da piccole regioni, città e regioni in costante conflitto tra loro, solitamente governate o possedute da varie famiglie nobili. Ci sono voluti circa 50 anni per mettere tutti sulla stessa lunghezza d’onda. Pellegrino Artusi aveva allora già 70 anni.
Il Risorgimento (“resurrezione”) è il periodo dell’Unità d’Italia, iniziato nel 1820 con i moti di Napoli e Piemonte e terminato nel 1870 con la presa di Roma da parte degli italiani. Evidenzia anche i movimenti molto diversi (sia monarchici che repubblicani) che lottarono per l’unificazione durante questo periodo. (Wikipedia).
Pellegrino Artusi: Il padre della cucina italiana moderna
Artusi era scapolo, banchiere e collezionista di ricette, veniva dall’Emilia-Romagna, ma visse tutta la sua vita in Firenze. Non cucinava da solo, aveva una donna delle pulizie per quello. Nel 1870 il 70% della popolazione del nuovo Regno italiano era ancora analfabeta. Non esisteva ancora la cucina italiana. L’aristocrazia si concentrava principalmente sulla cucina francese, impiegava chef francesi e quindi preparava ricette francesi. Dopo l’unificazione politica si sono verificati grandi cambiamenti, ad esempio l’ascesa della classe media, che prima praticamente non esisteva, non esisteva nemmeno una lingua italiana che tutti capissero. Dopo i primi 40 anni il numero degli analfabeti scese al 35% e una lingua italiana uniforme era parlata e compresa da tutti, il ceto medio cominciò ad interessarsi ad uno stile di vita prima riservato al ceto superiore.
L’ascesa della dieta mediterranea
In quel periodo Pellegrino Artusi pubblicò il suo libro “La scienza in cucina», prima con un proprio budget, perché non riusciva a trovare un editore interessato. Artusi non solo descriveva ricette, voleva anche insegnare ai suoi lettori come mangiare sano e insegnare loro l’importanza dell’igiene e della salute. Soggetti che stavano a cuore alla nuova borghesia. Ha presentato le sue ricette come ‘Cucina nazionale italiana‘. Scriveva nella nuova lingua italiana e rendeva i suoi testi facili da leggere. Il libro divenne rapidamente un bestseller. Non c’è casa senza una versione dell’Artusi in casa. La prima edizione conteneva poco più di 400 ricette. Ma da tutte le regioni d’Italia ricevette nuove ricette, che aggiunse nelle edizioni successive, quasi raddoppiando il numero dell’ultima edizione. All’improvviso, “il cibo italiano‘ e il ‘dieta mediterranea‘ un fatto.
L’influenza duratura dell’Artusi sulla tradizione culinaria italiana
Nel suo caratteristico stile colloquiale, Artusi offre anche suggerimenti su come e quando mangiare determinati alimenti per ottenere i migliori effetti sulla salute ed è un forte sostenitore di una dieta stagionale ricca di frutta e verdura. Parte dello sciovinismo della cucina italiana è certamente da attribuire all’influenza dell’Artusi. Sebbene Pellegrino Artusi non abbia problemi con i piatti africani o di altri paesi, ha anche una ricetta per il couscous, che negli ultimi anni è stata dirottata dai puristi italiani, come nel comune di Verona, dove i ristoranti non italiani erano vietati in il centro storico. La Lega Nord ha usato addirittura lo slogan “sì alla polenta, no al cous cous”, anche se il cous cous è un piatto conosciuto da secoli, in Sicilia per esempio, e il piatto italiano più famoso Tiramisù è solo un’invenzione del 20° secolo.
Muovendosi tra penna e padella, Pellegrino Artusi ha stabilito la tradizione della cucina italiana che ancora oggi viene orgogliosamente sostenuta.
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