Non è la prima volta che la rivista Charlie Hebdo taglia il traguardo con una prima pagina. Ma questa volta, in occasione del mortale attentato terroristico di Bruxelles che ha provocato almeno 32 morti e più di 300 feriti, probabilmente ha esagerato.
I gestori della rivista sanno bene nascondersi dietro l'”etichetta” di rivista satirica. Naturalmente, quando i fratelli Coulibaly presero d’assalto i loro uffici nel gennaio 2015 e giustiziarono a sangue freddo la maggior parte dei redattori, la copertura che scelsero dopo gli attacchi non era così satirica.
Poi il mondo intero si è schierato con loro e ha gridato Je suis Charlie. Ma ora, un anno dopo, mentre il Belgio conta le ferite lasciate dagli attentati terroristici all’aeroporto e nella metropolitana di Bruxelles, Charlie Hebdo sceglie una prima pagina che non può che essere definita vergognosa.
Una prima pagina che va ben oltre la rivalità tra belgi e francesi. Una prima pagina che non merita le vittime di un attentato terroristico e i parenti di chi ha perso la vita. Charlie Hebdo ha le sue morti a causa del terrorismo, devi ricordarlo…
Con la bandiera belga sullo sfondo, il direttore editoriale della rivista Riss ha messo in copertina il cantante belga Stromae e ha “suonato” la sua canzone “Papaoutai”. “Papà, dove sei?”, chiede il cantante in copertina. Attorno a lui, arti mozzati (mani, gambe, occhi) “rispondono”: qui, qui e qui.
Nessun rispetto per i morti belgi. Tutto nascosto dietro la satira. Non è satira, è vergogna.
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