Due piccoli gruppi di suoi casi hanno suscitato preoccupazione e vigilanza da parte delle autorità sanitarie europee Influenza aviaria che sono stati trasmessi improvvisamente e con possibile mutazione ai gatti in Polonia e ai gatti e ai cani in Italia. Come rivelato da HealthStat, il Ministero della Salute italiano ha annunciato che diversi cani (e 1 gatto) di un allevamento di Brescia recentemente contagiati dall’influenza aviaria si sono apparentemente sieroconvertiti, indicando una precedente (probabilmente lieve) infezione.
Il sito web italiano Sindacato Italiano Veterinari Medicina Pubblica ha pubblicato un breve aggiornamento, che descrive il virus come H5N1 HPAI clade 2.3.4.4b di un genotipo recentemente trovato nei gabbiani nel nord Italia, che porta un adattamento dei mammiferi (T271A nella proteina PB2) che può aumentare il suo potenziale zoonotico.
Questa è la stessa mutazione che ha sollevato serie preoccupazioni all’inizio di quest’anno quando è stata rilevata in un visone infetto nell’autunno del 2022 (vedi Eurosurveillance: HPAI A(H5N1) Virus Infection in Farmed Minks, Spain, October 2022) perché “migliora la attività della polimerasi dei virus dell’influenza A nelle cellule ospiti dei mammiferi e nei topi”.
I primi casi in cani e gatti
In relazione a questo argomento, si segnala che cinque cani e un gatto sono stati recentemente trovati sieroconvertiti in un allevamento avicolo rurale in provincia di Brescia, dove si è verificato il focolaio di HPAI H5N1.
Le analisi genetiche del virus rinvenuto nei volatili morti durante il focolaio effettuate dal Centro di Riferimento Nazionale ed Europeo (CRN) per l’influenza aviaria e le malattie aviarie Newcastle Institute Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) hanno evidenziato che si trattava del virus HPAI H5N1 appartenente a clade 2.3.4.4b, e in particolare al genotipo H5N1-A/Herring_gull/France/22P015977/2022-like, responsabile dei focolai segnalati nel nord Italia nei gabbiani.
Italia in allerta per possibile trasmissione all’uomo
Questo virus ha anche una mutazione considerata un marcatore di adattamento di ai ai mammiferi (T271A nella proteina PB2) con un possibile aumento del suo potenziale zoonotico. Proprio questo evento ha allarmato la vicina Italia così come le autorità sanitarie europee perché nessuno sa come possa svilupparsi una mutazione attraverso la trasmissione dell’influenza aviaria all’uomo, sapendo che dopo gli uccelli ora appare modificata negli animali domestici.
In Italia è stato creato un “gruppo di esperti” per definire il funzionamento della rete nazionale dei laboratori pubblici umani e veterinari per la diagnosi precoce dei ceppi circolanti di virus influenzali con potenziale zoonotico, al fine di attivare un sistema di allerta precoce per l’influenza pandemica focolai.
Gli esperti, ferma restando la valutazione del rischio – istituita il 27 febbraio 2023 – precisano nella circolare ufficialmente pubblicata online che “l’influenza aviaria mutante H5N1 negli animali è un’influenza altamente patogena e sono necessarie misure di controllo e sorveglianza per prevenire l’introduzione e la sua diffusione”.
Le misure di biosicurezza sono in pieno effetto
Del resto, si è ritenuto necessario intensificare con la massima rapidità ed efficienza l’applicazione delle misure di biosicurezza negli allevamenti avicoli come l’applicazione delle indicazioni generali per la prevenzione delle infezioni nell’uomo, compresa l’informazione della popolazione per evitare qualsiasi contatto con animali domestici morti e animali selvatici o che mostrano sintomi di malattia. L’importanza di attuare le indicazioni per la vaccinazione contro l’influenza stagionale che vengono consigliate ed offerte attivamente e gratuitamente al personale che, per lavoro, entra in contatto con animali che potrebbero essere fonte di infezione da virus influenzali non umani e a tutti i soggetti che, per motivi diversi dal lavoro, sono potenzialmente esposti a rischio epidemiologico.
La circolare ricorda inoltre l’importanza di attuare misure di tutela dei lavoratori esposti e di monitoraggio dello stato di salute delle persone esposte, e chiede che i test diagnostici per i virus influenzali siano effettuati sulle persone esposte entro 5-7 giorni dall’esposizione o dalla comparsa di eventuali sintomi. e di fornire settimanalmente al ministero interessato, in forma aggregata, il numero di test effettuati sugli esposti.
Le misure
Si suggerisce inoltre di condurre indagini di sieroprevalenza tra i lavoratori esposti ai virus dell’influenza aviaria. Per quanto riguarda gli aspetti di sanità animale, si segnala in particolare il rispetto di quanto previsto dall’art. 4 del decreto n. 14856 PD/TE del 6 giugno 2023, ovvero:
a) la prosecuzione da parte delle regioni dei piani di sorveglianza dei volatili selvatici per monitorare i virus dell’influenza aviaria attualmente in circolazione, in particolare i fenomeni post-mortem;
b) visti i recenti casi di H5N1 rilevati in due volpi e la sieroconversione di alcuni cani e un gatto presenti in un allevamento avicolo rurale con casi di influenza aviaria, l’intensificazione della sorveglianza passiva nei mammiferi selvatici (soggetti deceduti) soprattutto nelle zone dove si sono manifestati focolai di influenza aviaria si sono verificati in uccelli selvatici – in tal senso si ritiene opportuno che i campioni (cervelli) prelevati da carnivori selvatici e inviati a II.ZZ.SS siano utilizzati anche per la sorveglianza della rabbia negli uccelli selvatici e provengano da aree in cui i virus aviari circolare,
c) mantenere il campionamento degli animali domestici (uccelli, carnivori, suini) situati negli allevamenti di pollame in cui sono stati confermati casi di GPYP e impedirne l’accesso alle strutture in cui viene allevato il pollame,
d) valutazione in CRAS con il veterinario responsabile della struttura del ricorso all’eutanasia di uccelli e carnivori che presentino sintomi riconducibili ad una possibile infezione da influenza aviaria (in particolare sintomi nervosi) in strutture dove non è possibile isolare gli animali. Le carcasse di individui morti o sottoposti a eutanasia sospettati di HPAI devono essere inviate immediatamente all’unità di terapia intensiva appropriata per l’indagine virale.
Considerando i nuovi casi di HPAI H5N1 in gabbiani comuni (Chroicocephalus genei) e gabbiani comuni (Chroicocephalus ridibundus) in provincia di Ravenna confermati dal CRN il 16.06. 2023, si ritiene inoltre necessario intensificare, nel modo più rapido ed efficiente possibile, l’applicazione delle misure di biosicurezza negli allevamenti avicoli ubicati in particolare nelle zone A e B dell’intesa Stato Regione rep 125 e il monitoraggio degli allevamenti avicoli ubicati nelle dominio nazionale contro i casi sospetti di HPAI sulla base di quanto previsto dall’articolo 2 della legge 6 giugno 2023, n. 14856.
Il virus dell’influenza altamente patogeno H5N1 continua a infettare animali e esseri umani. Gli esperti hanno persino confrontato l’infettività e la patogenicità del virus H5N1 nei gatti e nei cani domestici per determinare quale animale è più suscettibile al virus dell’influenza H5N1. Quando cani e gatti sono stati infettati dal virus H5N1, i gatti hanno subito gravi conseguenze, inclusa la morte, mentre i cani non hanno subito decessi.
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