Italia: mafia e terremoti “minacciano” la costruzione del ponte sospeso più lungo del mondo

L’Italia ha flirtato per secoli con l’idea di costruire un ponte sospeso che collegasse il continente alla Sicilia. Un progetto estremamente ambizioso che, sebbene molto dibattuto, è rimasto sugli scaffali per molti decenni.

Tuttavia, la sua coalizione di governo di destra Italia spera di risollevare la sua fortuna Sicilia far rivivere i progetti abbandonati per un ponte sul suo stretto Messina, costato diversi miliardi. Il governo di Giorgia Meloni vede nel contestato ponte la “chiave” per rafforzare l’influenza dell’Italia nel Mediterraneo e rafforzare il Paese come porta d’accesso all’Africa.

Se il ponte sarà costruito, sarà la sospensione più lunga del suo genere al mondo poiché la sua lunghezza sarà di 3,2 chilometri mentre il ponte sul Rio Antirio è di 2.880 metri.

La costruzione del ponte ha creato due accampamenti negli anni successivi. Coloro che pensavano che il collegamento avrebbe contribuito a rilanciare l’economia stagnante della Sicilia, riducendo il divario tra il ricco nord e il più povero sud, e coloro che pensavano che avrebbe sprecato la ricchezza dello stato e avvantaggiato la mafia che guida la regione.

Nell’Italia meridionale, ci sono due grandi sindacati della criminalità organizzata: la ‘Ndrangheta calabrese e Cosa Nostra siciliana che cercano una quota dei progetti di costruzione.

Matteo Salvini ha minimizzato le preoccupazioni. “Non ho paura delle infiltrazioni criminali”, ha detto di recente in Parlamento, “possiamo garantire che ci saranno le migliori aziende italiane ed europee. Ci saranno organi di controllo che si prenderanno cura di ogni euro investito nel ponte”.

Inoltre, il ponte gigante è un’impresa pericolosa in una zona sismica attiva. Lo Stretto di Messina si trova lungo una faglia dove un terremoto di magnitudo 7.1 nel 1908 uccise più di 100.000 persone e scatenò uno tsunami che devastò le zone costiere della Calabria e della Sicilia. Rimane l’evento sismico più mortale registrato in Europa fino ad oggi.

Anche le acque sono agitate. Le correnti sono così forti che spesso sradicano le alghe dal fondo e cambiano ogni sei ore.

I primi che vollero unire l’Italia meridionale con la Sicilia furono i Romani che, secondo alcuni storici, avevano costruito un ponte di botti e barche. Il dittatore Benito Mussolini ravvivò il sogno di collegare la Sicilia alla terraferma, ma il progetto rimase sulla carta.

Quando Silvio Berlusconi è tornato al potere nei primi anni 2000, ha ottenuto finanziamenti da Bruxelles e nel 2009 l’appalto per la costruzione è stato assegnato alla società “Stretto di Messina”.

L’accordo prevedeva un collegamento ferroviario e stradale tra Messina in Sicilia e la regione Calabria sulla terraferma.
Ma i piani sono falliti di nuovo quando nel 2013 l’ex primo ministro Mario Modi ha chiuso l’impresa di costruzioni con una serie di misure di austerità, abbandonando i progetti di costruzione.

Con informazioni dalla CNN

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Mariano Conti

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