A seguito delle recenti sparizioni di Sinisa Mihajlovic e Gianluca Vialli, Dino Baggio, ex calciatore della nazionale italiana che ha lavorato tra l’altro per Inter e Juventus, si è interrogato sul ruolo che il doping avrebbe potuto avere nella morte. delle due leggende.
Sono parole che dovrebbero suscitare molte reazioni. Nelle ultime settimane il calcio italiano è stato colpito dalla morte di Sinisa Mihajlović e di Gianluca Vialli, due leggende del campionato transalpino. Il serbo è morto di leucemia a 53 anni, mentre l’italiano è morto di cancro al pancreas a 58 anni.
Calciatore professionista dal 1988 al 2005, Dino Baggio conosce bene i due defunti per aver praticato contemporaneamente a loro. L’ex centrocampista è stato in particolare compagno di squadra di Gianluca Vialli alla Juventus a Torino tra il 1992 e il 1994. In un’intervista al canale italiano TV7, Dino Baggio ha commentato con forza la morte di Sinisa Mihajlovic e Gianluca Vialli. Per l’uomo, oggi 51enne, il doping, particolarmente dilagante in Italia negli anni ’80 e ’90, potrebbe essere una delle cause della scomparsa di ex calciatori: “Bisognerebbe tornare indietro e capire cosa abbiamo preso, indagare sulle sostanze assunte in questo periodo. Non so se sia dovuto a quello, ma il doping c’è sempre stato.“
Dino Baggio si è poi sfogato sulle pratiche dei calciatori italiani del suo tempo: “Ai miei anni c’era il doping. Non hai preso cose strane, hai preso cose normali ma devi vedere se, col tempo, ti restano dentro o se riesci ad estrarle. E poi ci sono tanti che hanno già parlato dell’erba in campo e dei prodotti che usano e che potrebbero creare problemi… Ho paura anche per me, capita a troppi giocatori.“
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