LE PAROLE SONO VENE – Statua

Nel 2021, centottanta oggetti d’antiquariato, per un valore complessivo di 70 milioni di dollari, provenienti da Grecia, Italia, Israele, Libano e Turchia, sono stati trovati e sequestrati dalle mani del famoso collezionista Michael Steinhardt, 80 anni, che pare sia stato “shopping” nel nostro quartiere.

All’operazione hanno preso parte il vice procuratore generale, di origine greca, Matthew Bogdanos, e il ricercatore greco, l’archeologo Christos Tsirogiannis. Il procuratore distrettuale di New York Cyrus Vance ha accusato il collezionista newyorkese – la cui fortuna è stimata in 1,2 miliardi di dollari – di non rispettare “alcuna barriera geografica o morale” e di “affidarsi agli antiquari, ai boss della criminalità organizzata, ai riciclatori di denaro e ai becchini, per aumentare la sua collezioni”.

Tutte le antichità greche saranno restituite alla Grecia insieme alla più costosa di tutte le opere, un Kouros arcaico, stimato in 14 milioni di dollari. Nel 2019 viene rivelato un altro caso.

Il British Museum ha rilasciato una dichiarazione confermando che restituirà opere d’arte e oggetti antichi rubati dai paesi dell’Iraq e dell’Afghanistan. Le sculture esportate illegalmente da Gandhara (antico nome di una regione che ora copre parti dell’Afghanistan e del Pakistan) sono state sequestrate dalle autorità britanniche nel settembre 2002. Diciassette anni dopo il sequestro, il British Museum ha annunciato che avrebbe restituito gli oggetti rubati. articoli nei loro paesi…!

Negli ultimi due anni qualcosa ha iniziato a cambiare con la questione dei furti di antiquariato. Grandi Musei, restaurano i capolavori antichi nei loro paesi. Lo scorso dicembre, la Germania ha consegnato 21 oggetti del famoso ‘Tesoro del Benin’, che consiste di circa 5.000 oggetti in rame e avorio ed è stato saccheggiato dalle forze britanniche durante l’invasione del regno del Benin nel 1897, nell’attuale Nigeria meridionale.

L’americano Smithsonian National Museum of African Art ha seguito la stessa politica trasferendo la proprietà di 29 bronzi del Benin alla Nigeria. In Grecia, la scorsa estate, si è avuto il definitivo ricongiungimento del “frammento Fagan” del museo A. Salinas di Palermo con il fregio est del Partenone del museo dell’Acropoli.

Il Vaticano ha annunciato lo scorso dicembre il ritorno alla Grecia di tre frammenti del fregio e del frontone del Partenone, conservati dal XIX secolo nelle collezioni del suo museo. Il J. Paul Getty Museum di Los Angeles ha restituito lo scorso settembre all’Italia una composizione di figure in terracotta a grandezza naturale nota come “Orfeo e le Sirene” (300 aC).

Possiamo quindi vedere che i musei e le organizzazioni culturali stanno iniziando a rivedere il modo in cui costruiscono le loro collezioni. Si spera che il British Museum faccia lo stesso per i marmi del Partenone.

PAROLA

Statua, -atos, nome. genere

Anticamente significava onore, allegria, gloria, (in Omero. Il.) dono di ringraziamento, specialmente agli dèi, (in Omero. Od.) e in generale significava qualsiasi oggetto prezioso il cui possesso suscita gioia e letizia. In greco moderno, è attribuito a un’opera di scultura tridimensionale, di vari temi e tecniche, scolpita nel metallo, nel marmo o in altro materiale. Metaforicamente significa sbalordito, attonito.

La parola “statua” deriva da agallomai perché quando vediamo una bella statua la nostra anima è felice. E da questa vista viene la gioia (mi rallegro e guarisco). E davvero, il nostro stato mentale è direttamente correlato alla nostra salute fisica.

In latino – come in italiano – la statua si chiama statua (greco: “isthimi”) ed era così chiamata perché sta ferma. In inglese la statua è anche chiamata statue, in spagnolo estatua.

Le sculture del Partenone furono create come parti architettoniche e simboliche del Tempio di Atena, che fu costruito nel V secolo. d.C., al culmine dell’antica civiltà greca. Il disegno dell’idea originaria, concretizzata dalla costruzione dell’edificio, si trasforma in equilibrio per simmetria ed è plasmato dal triangolo formato dalle metope, dal fregio e dai timpani.

I marmi del Partenone, in mostra al British Museum, costituiscono oltre il 50% della decorazione scultorea totale del Partenone che sopravvive oggi. Delle 97 pietre superstiti del fregio del Partenone, 56 si trovano a Londra e 40 ad Atene. Delle 64 metope sopravvissute, 48 sono ad Atene e 15 a Londra.

Delle 28 forme di frontone sopravvissute, 19 sono a Londra e 9 ad Atene. Si pensa che il fregio del Partenone rappresenti la processione panatenaica. Le metope rappresentano: a est la battaglia dei giganti, a ovest la battaglia delle Amazzoni, a nord la guerra di Troia ea sud la battaglia tra centauri e lapiti.

Sul frontone orientale è rappresentata la nascita di Atena, mentre sul frontone occidentale la disputa tra Atena e Poseidone per la tutela di Atene. Oggi il visitatore del Partenone ha la possibilità di ammirare, in una rappresentazione virtuale, composizioni di immagini provenienti dalle sculture smembrate.

Le sezioni situate a Londra sono rese a colori, mentre quelle situate ad Atene sono rese in bianco. Riunire le sculture frammentate è un imperativo culturale e deve essere raggiunto poiché il Partenone è stato un monumento importante per 2.500 anni ed è il simbolo supremo di democrazia, filosofia e armonia.

È l’ineguagliabile monumento-simbolo della civiltà occidentale. L’UNESCO ha scelto il Partenone come proprio emblema e ha iscritto il sito archeologico dell’Acropoli nella lista dei Patrimoni dell’Umanità. Il Partenone è anche la prima iscrizione nella Lista Europea dei Beni Culturali.

IRO KARAMANLI

fonti

“L’INCONTRO DELLE SCULTURE DEL PARTHENON” – MINISTERO DELLA CULTURA, PRIMA EDIZIONE 2002, SECONDA EDIZIONE ATENE 2003. (PUBBLICAZIONI KAPON)

DIZIONARIO DEL GRECO ANTICO LIDDELL & SCOTT

DIZIONARIO DELLA NUOVA LINGUA GRECA – GIORGOS BABINOTIS

IL PAS – L’ERA DEI GRANDI RIMPATRI, 15/01/2023

Mariano Conti

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