Il bilancio delle vittime è aumentato questa domenica sera, salendo a sette morti dopo una frana causata dalle forti piogge sabato 26 novembre, sull’isola di Ischia al largo di Napoli.
Una regione sotto shock. Dopo la grande frana avvenuta sull’isola di Ischia, nel Golfo di Napoli, un primo bollettino ufficiale ha riportato, sabato sera, almeno un morto e una dozzina di dispersi. Questo bilancio umano è stato rivisto al rialzo questa domenica sera a sette morti.
La prima vittima ufficiale è una donna il cui corpo è stato ritrovato dai soccorritori, ha annunciato il prefetto di Napoli, Claudio Palomba, durante una conferenza stampa.
Il giorno prima, e poi in mattinata, un’ondata di fango e detriti ha devastato il piccolo comune di Casamicciola Terme, nel nord dell’isola, sommergendo almeno un’abitazione e trascinando verso il mare le auto.
Un primo bilancio delle vittime di otto corretto
Matteo Salvini, ministro italiano delle Infrastrutture, sabato mattina aveva dapprima denunciato otto morti, ma le autorità locali lo hanno poi smentito annunciando, a inizio pomeriggio, la scomparsa di dodici persone, senza morti. confermato. Solo in serata è stata confermata la morte di una donna.
Sabato mattina, sui social, il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, aveva ringraziato tutti coloro che si erano mobilitati, e aveva allegato al suo messaggio alcune fotografie della tragedia.
Le autorità locali, dal canto loro, avevano invitato gli abitanti dell’isola a restare in casa, per non interferire con le operazioni di soccorso.
Casamicciola Terme è una località termale con 8.000 abitanti in inverno. Nel 2017 aveva già subito un terremoto che ha ucciso due persone. Tuttavia, era stato completamente distrutto da un terremoto molto più potente alla fine del XIX secolo.
Mentre sabato almeno 30 famiglie sono rimaste intrappolate nelle loro case dal fango, senza acqua né elettricità, la strada che porta al loro quartiere è stata interrotta dalla frana e dai detriti, nulla esclude che il bilancio delle vittime possa evolvere ancora.