Una cover in farsi, o persiano, dell’inno italiano “Bella Ciao” ha commosso gli internauti questo fine settimana. Cantata da un giovane iraniano, la cui identità resta sconosciuta lunedì 26 settembre, questa canzone è diventata in poche ore uno dei simboli delle manifestazioni che hanno incendiato l’Iran dalla morte di Mahsa Amini, il 13 settembre scorso.
“Assolutamente sorprendente”. È in questi termini che il direttore dell’Osservatorio Nord Africa e Medio Oriente della Fondazione Jean Jaurès, Farid Vahid, ha descritto questa rinascita in Farsi (nome locale del persiano) della canzone rivoluzionaria italiana “Bella Cião”.
Condiviso dall’account @Gandom_Sa007 e ritrasmesso in Francia da Farid Vahid, questo video è rapidamente circolato sui social network di tutto il mondo. Vediamo una giovane donna, non velata, cantare nella sua lingua, il Farsi, “Bella Ciao”. Un inno ormai conosciuto in tutto il mondo grazie al suo recupero nella serie spagnola Casa de Papel, in onda su Netflix.
Ma “Bella Ciao” è soprattutto una canzone che celebra la lotta condotta dai partigiani italiani, resistenti durante la Seconda Guerra Mondiale e che combatterono le truppe tedesche alleate alla Repubblica Sociale Italiana fascista di Benito Mussolini. È così diventato uno dei simboli universali della resistenza in tutto il mondo e viene regolarmente cantato durante le manifestazioni.
54 manifestanti uccisi dall’inizio delle proteste
E in Iran questa canzone è ormai diventata uno dei simboli delle proteste contro il regime in atto, scattate il 16 settembre, giorno della morte in ospedale di Mahsa Amini, 22 anni, arrestata tre giorni prima. a Teheran per “aver indossato abiti inappropriati” e non aver rispettato il rigido codice di abbigliamento per le donne nella Repubblica islamica dell’Iran.
Oggi, l’ONG Iran Human Rights con sede a Oslo riferisce che almeno 54 manifestanti sono stati uccisi dall’inizio delle proteste.
Tuttavia, il capo della magistratura iraniana ha minacciato, questa domenica 25 settembre, di non mostrare “nessuna indulgenza” nei confronti dei manifestanti dopo ormai nove giorni di proteste in tutto il Paese.