Italia: a quattro anni dal crollo del ponte Morandi a Genova si apre il processo

A quasi quattro anni dalla tragedia legata alla caduta del ponte Morandi a Genova, si apre questo giovedì il processo tra i familiari delle 43 vittime e l’azienda Aspi, imputata per mancanza di manutenzioni.

43 morti, 16 feriti e 650 persone evacuate. Questo il bilancio del disastro che ha colpito Genova il 14 agosto 2018 a seguito del crollo di parte del viadotto Polcavera, detto anche ponte Morandi, dal nome del suo progettista.

“Ciò che rimarrà nella mia memoria per sempre sono le grida acute da sotto le macerie di persone che gridano aiuto, le auto totalmente schiacciate che vi galleggiano e i corpi di chi ha perso la vita”, ha assicurato Federico Romeo, 30 anni, sindaco di la zona nord di Genova e presenti sulla scena in quel disastroso giorno.

Il 14 agosto 2018, l’edificio è crollato sotto una forte pioggia, portando con sé dozzine di autobombe. L’impresa incaricata della sua realizzazione, l’Autostrade per l’Italia (Aspi), è stata additata per la cattiva gestione delle sue infrastrutture e il degrado delle sue opere. Vedendo la propria immagine offuscata dalla vicenda, la ricca famiglia Benetton, a capo del gruppo Atlantia tra cui Aspi, lo scorso maggio ha ceduto le proprie quote al governo italiano per 8 miliardi di euro.

Consapevole della lunga battaglia legale avviata contro Aspi, con un totale di 59 imputati implicati, Egle Possetti, presidente del Comitato dei familiari delle vittime del ponte Morandi, ha espresso la sua determinazione ad ottenere giustizia. “E’ una tristezza infinita ma non bisogna abbassare la guardia perché, in Italia, i processi sono lunghi e purtroppo spesso con esiti sfavorevoli per le vittime”, ha detto Egle Possetti.

Inaugurato un nuovo viadotto

“Sento il bisogno di giustizia, di sapere che qualcuno è colpevole della morte di mio fratello, mio ​​nipote, mia cognata e tanti altri, e risponderà delle sue azioni. Sono morti a causa di un ponte mai mantenuto, sul quale si speculava per risparmiare sui costi di manutenzione e fare profitti», ha criticato Giorgio Robbiano, parente di 45 anni delle vittime.

Ad agosto 2020 è stato inaugurato un nuovo viadotto in prossimità del crollo del pilastro numero 9 del vecchio ponte.

Elma Violante

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