La marina russa ha notevolmente aumentato la sua presenza nel Mediterraneo dall’inizio della guerra in Ucraina e ha un “atteggiamento aggressivo”, che porta a “un rischio di incidente”, ha avvertito giovedì il capo della marina italiana.
“Gli effetti immediati sulla nostra sicurezza legati alla guerra in Ucraina sono stati individuati in mare e sono visibili con l’impressionante aumento della presenza della flotta russa nel Mediterraneo e nel Mar Nero”, ha affermato il capo di Stato- Sindaco di la Marina Militare, ammiraglio Enrico Credendino, citato dalle agenzie AGI e Ansa.
“Un tale livello” di presenza di navi russe “non si osservava nemmeno ai tempi della Guerra Fredda”, ha sottolineato, davanti ai membri della Commissione Difesa della Camera dei Deputati.
“L’alto numero di navi russe non è una minaccia diretta per il territorio nazionale, ma aumenta la tensione ei russi hanno un atteggiamento aggressivo. C’è il rischio di un possibile incidente e, se accade, non sappiamo come possa finire”, ha aggiunto l’ufficiale.
Secondo l’ammiraglio italiano, la flotta russa è cresciuta da “una piccola nave appoggio che era presente nel 2015 [dans le port syrien, NDLR] a Tartous” a “quindici navi e tre sottomarini presenti nel Mediterraneo fino a poche settimane fa”.
“Il Mediterraneo è un’area di turbolenza, con competizione continua tra Stati rivieraschi per l’accesso alle risorse economiche e attività illegali, dal contrabbando alla tratta di esseri umani. Va quindi costantemente monitorato”, ha concluso l’ammiraglio Credendino.
Il Mediterraneo è un’area strategica per l’Europa e per la NATO, perché da esso passa il 65% dell’approvvigionamento energetico dell’Unione Europea e il 30% del commercio mondiale.