Dopo le proteste dei produttori di vino italiani, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha definito “assurdo” che l’Irlanda introduca etichette di avvertimento per la salute sul vino, come sulle sigarette.
“La decisione dell’Irlanda di introdurre un’etichetta (di avvertimento per la salute) su tutte le bevande alcoliche, compreso il vino italiano, è assurda”, ha twittato Tajani.
Il capo della diplomazia italiana ha precisato che la decisione è stata presa nonostante l’opposizione del Parlamento europeo e ha sottolineato che “questa scelta ignora la differenza tra consumo attento e abuso di alcol”. Ha anche detto che chiederà alla Commissione europea di intervenire presentando una denuncia all’Organizzazione mondiale del commercio.
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L’UE non si è opposta alla decisione dell’Irlanda
La decisione dell’Unione Europea di non opporsi al piano dell’Irlanda di introdurre etichette di avvertimento per la salute – come quelle sui pacchetti di sigarette – su vini, birre e liquori ha scatenato una reazione diffusa in Italia.
Dublino è libera di introdurre etichette di avvertenza sui rischi per la salute di malattie del fegato e cancro dopo aver notificato alla Commissione europea i suoi piani nel giugno 2022 e la Commissione non ha sollevato obiezioni durante il prossimo periodo di moratoria di sei mesi.
I produttori di vino italiani temono che la mossa possa creare un precedente che altri paesi potrebbero seguire e influenzare le esportazioni.
Il sindacato italiano degli agricoltori Coldiretti ha definito la decisione “un attacco diretto all’Italia, il principale produttore ed esportatore (di vino) con oltre 14 miliardi di euro di entrate (annue), più della metà dei quali provenienti dall’estero”.
Lamberto Frescobaldi, presidente dell’Unione dei produttori di vino italiani (UIV), afferma che il “tacito consenso” dell’UE alle etichette degli alcolici in Irlanda dà il “via libera” a una decisione “pericolosa” per uno stato membro.
Disappunto anche il ministro delle Politiche agricole, Luigi D’Eramo.
“Non stai proteggendo la salute pubblica criminalizzando i singoli prodotti”, ha detto oggi D’Eramo in una dichiarazione.
“Il vino è per noi storia, cultura, espressione dei nostri terroir e fa parte della dieta mediterranea. È una questione di qualità e di consumo responsabile. Il piano di etichettatura sanitaria è un pericoloso precedente che, se seguito da altri Paesi, rischia di danneggiare un settore chiave del nostro sistema agroalimentare. Il vino e la birra non sono paragonabili agli alcolici e al fumo”, ha aggiunto.