Cosa vedere nei cinema
L’EVENTO
LA REALTÀ ★★★★☆
Di Tina Satter
L’essenziale
Un film emozionante sia nella sostanza che nella forma su un informatore – il primissimo condannato ai sensi dell’Espionage Act sotto la presidenza di Donald Trump, nel 2018 – dove Sydney Sweeney impressiona nel ruolo del protagonista.
Un dipendente della NSA, Reality Winner è stato nel 2018 il primo informatore condannato ai sensi dell’Espionage Act sotto la presidenza Trump per aver fatto trapelare un documento che rivelava un tentativo di hack russo nelle elezioni di quest’ultimo. E per raccontarlo, Tina Satter ha scelto una forma ibrida, tra fiction e documentario. Basandosi sulla trascrizione della registrazione audio dell’interrogatorio di Reality Winner da parte di due agenti dell’FBI ma facendo ripetere la situazione agli attori. Il risultato è entusiasmante. Prima perché ci mette subito nella testa della Realtà – sconcertati nel vedere gli agenti dell’FBI arrivare a casa sua – poi nella strana atmosfera – molto Lynchiana – di questo interrogatorio. La forma qui sposa totalmente il contenuto per mettere in discussione la nozione di realtà, eminentemente più complessa di quanto sembri a prima vista. E tutto questo è portato da un’eccezionale Sydney Sweeney nel ruolo di questa giovane donna dalla normalità disarmante e dal suo modo di rivelare gradualmente la sua complessità.
Thierry Cheze
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PRIMA A MOLTI AMATI
KASABA ★★★★☆
Di Nuri Bilge Ceylan
Qualche settimana dopo IL Erbe essiccateil suo distributore Memento ha la buona idea di offrire questo Casaba, il primo lungometraggio diretto da Nuri Bilge Ceylan nel 1999. L’azione si svolge negli anni ’70 e inizia in una classe scolastica dove l’insegnante fa leggere ad alta voce ai suoi alunni le regole che governano la vita sociale turca. E i volti dei bambini si impossessano letteralmente di un’azione che corrisponde al languore del tempo sospeso. Casaba è un film meraviglioso sullo sguardo. La bellezza delle composizioni testimonia l’importanza di un’espressività esaltata da un naturalismo divino (si pensa molto a Tarkovskij). Questo film è tanto una scoperta (è rimasto invisibile in Francia) quanto un segno di riconoscimento (tutta Ceylon è già lì) Affrettatevi alle sale!
Tommaso Bauras
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CHIUDI GLI OCCHI ★★★★☆
Di Vittorio Erice
Per il suo primo lungometraggio da allora Il sogno di luce nel 1992, Victor Erice mette in scena sia la storia di una sparatoria, un film nel film attorno a un bambino che si trova nelle profondità dell’Asia, sia quella di un attore che scompare, interrompendo al tempo stesso la creazione. Ellisse. Sono passati due decenni. Il mistero di questa evaporazione rimane intatto. Tuttavia, lo sfortunato regista sollecitato da un programma televisivo, accetta di rituffarsi nei suoi ricordi, di chiudere gli occhi per ritrovare lo spirito dell’assente. Da lì, Erice tesse un film sulla memoria, sulla permanenza delle cose e sul desiderio assoluto di fissare immagini il cui potere non dipende dalla loro mera presenza ma da una disposizione all’interno di un continuum misterioso. Dare le vertigini.
Tommaso Bauras
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PRIMO AMATO
SECONDA GIOVINEZZA ★★★☆☆
Di Gianni Di Gregorio
Dopo Il pranzo del 15 agosto, Gianni e le donne, buona a nulla E Cittadini del mondo, Seconda giovinezza segna una rottura di continuità per Gianni di Gregorio. Perché se lui è ancora protagonista in un’atmosfera di benevola fantasia, per la prima volta il personaggio non viene più chiamato per nome ma Astolfo e l’azione lascia Roma per un paesino italiano Quello degli antenati di questo insegnante pensionato squattrinato che vi si trasferì dopo essere stato sfrattato dal suo appartamento romano. Da questo punto di partenza, Gianni Di Gregorio disegna la storia di una rinascita. Quella di quest’uomo che supererà la solitudine facendosi una banda di coloratissimi amici ma soprattutto ritrovando l’amore. Queste scene di fronte a un personaggio settuagenario che aspira anche a trovare una seconda giovinezza sono una felicità tanto più pura in quanto Di Gregorio ha avuto la grande idea di chiamare Stefania Sandrelli per questo ruolo (IL Conformista). Capricciosa, gioiosa ma capace di farti venire le lacrime agli occhi senza che tu veda arrivare nulla, Seconda giovinezza è un gioiello della commedia italiana.
Thierry Cheze
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GLI ASSI DELLA GIUNGLA – OPERAZIONE IN TUTTO IL MONDO ★★★☆☆
Di Laurent Bru, Yannick Moulin e Benoît Somville
Sei anni dopo aver sventato i piani di un malvagio koala, gli assi della giungla tornano per salvare il loro territorio. Questa volta, una strana schiuma rosa, che esplode a contatto con l’acqua, minaccia la foresta un mese prima della stagione delle piogge. Nessuna scelta: per non vedere la propria casa ridotta in polvere, la brava squadra deve trovare in fretta un antidoto. Quindi inizia un lungo e pericoloso viaggio modellato sulera glaciale 2 (lo scioglimento dei ghiacci o la scomparsa della giungla, ognuno con i propri problemi ambientali…). Questa seconda opera, sulla falsariga della prima, è caratterizzata da alcune simpatiche scoperte, un’animazione colorata “all’americana” e un umorismo destinato principalmente ai bambini. Ma riserva anche una buona dose di referenze e di secondo grado che possono far sorridere i genitori.
Sarah Deslandes
STRANO MODO DI VITA ★★★☆☆
Di Pedro Almodovar
Esplorando in questi giorni la forma abbreviata in inglese, Pedro Almodóvar punta, dopo La voce umana nel 2020, consegnare la sua versione del western in trenta minuti. Con al centro Silva (Pedro Pascal), un cowboy che attraversa il deserto a cavallo per andare a trovare lo sceriffo Jake (Ethan Hawke), che conosceva bene venticinque anni prima quando erano sicari. Scopriamo subito che i due uomini avevano legami romantici ma anche che Silva ha fatto questo viaggio con un interesse molto particolare. Con un brillante senso del melodramma e un uso sensuale della scenografia, il regista ritrae eroi malinconici e invecchiati che ricordano che all’età A 73 anni, anche lui comincia a guardarsi indietro con nostalgia. E ci dispiace ancora di più dover lasciare questi romantici cowboy così in fretta.
Damien LeBlanc
QUANDO LE ONDE SI RITIRANO ★★★☆☆
Di Lav Diaz
In bianco e nero, prendendo a prestito la cruda espressività del cinema delle origini, Lav Diaz racconta qui la crisi morale di un tenente di polizia. L’uomo, stanco degli orrori che lo stato lo costringe a commettere per combattere il crimine, cerca la redenzione. Soprattutto, vede la psoriasi ricoprirgli la pelle, i segni di un karma gravemente danneggiato. Allo stesso tempo, un uomo appena uscito di prigione si propone di trovarlo per vendicarsi. La messa in scena ingannevolmente languida del cineasta filippino abile nei formati lunghi – il suo donna che se n’è andata, Leone d’Oro a Venezia nel 2016 ha flirtato con quattro ore – cercando soprattutto di catturare attraverso la durata, i sensi – anche la ragione – dello spettatore. Accade che all’interno di una cornice spesso fissa, i corpi restino in sospensione o al contrario danzino, come per restituire un’energia confiscata. Spetta a chi popola i film di Lav Diaz rifiutare il proprio annientamento. Ombre assetate di luce, che rifiutano l’oscurità.
Tommaso Bauras
LA BESTIA NELLA GIUNGLA ★★★☆☆
Di Patrick Chiha
L’amore visto come patto faustiano che promette un attraversamento del tempo sotto i neon protettivi delle finte notti di discoteca. May (Anaïs Demoustier) e John (Tom Mercier, rivelato da Sinonimi di Nadav Lapid) vedono così ritmi e modi susseguirsi come inamovibili vampiri in attesa della grande notte. L’arrivo al potere di Mitterrand, le devastazioni dell’AIDS, gli attentati al World Trade Center…, tanti segnatempo che passano e scivolano via nel fuori campo di una realtà tenuta a distanza. La bestia nella giungla, liberamente adattato da un racconto di Henry James, è un film dal romanticismo oscuro, dalla poesia oscura, che sotto le sue pergamene barocche dispiega una sensualità dichiarata. E se a volte incontra i propri limiti (ridondanze narrative e vezzi stilistici), questo singolare oggetto seduce.
Tommaso Bauras
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PRIMO A MODERAMENTE AMATO
ABDELINHO ★★☆☆☆
Di Hicham Ayouch
Abdellah ama i colori scintillanti e le danze provocanti. Il suo Marocco è più simile a Rio de Janeiro, da qui il suo soprannome Abdelinho. Costruendo la sua storia sullo scontro tra questo acceso conduttore di samba e un illuminato telepredicatore fondamentalista, Hicham Ayouch non fa mezze misure. Da una parte il fanatico venuto a salvare il Paese dai miscredenti che ballano la “musica del diavolo”; dall’altra, l’eroe dei tempi moderni che venne a liberarlo dalle sue dottrine musulmane conservatrici. Senza contare che in mezzo a questo caos gioioso, il nostro brasiliano (in fondo) si innamora di un’eroina televisiva. Ma il proibito e l’inaccessibile finiscono per perdere il loro fascino in troppe scene che suonano come l’incontro quotidiano di una brutta telenovela brasiliana. Volendo troppo confrontarsi con i costumi di queste due culture, Ayouch cade in un antagonismo caricaturale al centro di una trama simile a una telenovela mal messa insieme che non consente mai a questa commedia leggera e colorata di raggiungere l’apice dell’ambiziosa satira sociale.
Lou Hupel
E anche
Scarabeo Bludi Angelo Manuel
Le copertine
Addio mia concubina, di Chen Kaige
Non ingeriredi Gary Oldmann
Difensore della musica freelance. Pioniere del cibo. Premiato evangelista zombi. Analista.