Fabbrica del vetro, habitat minimalisti, universo burlesque… Quattro viaggi di design e culturali

L’ELENCO DEL MATTINO

Dirigiti prima al massiccio dei Vosges du Nord, dove, a più di cinquant’anni dalla sua chiusura, una vecchia fabbrica di vetro ha ritrovato nuova vita. Quindi svoltare verso la Loira, verso la chiesa di Saint-Pierre de Firminy-Vert, che si vede “micro-architetture da sperimentare”. A Ilhavo, in Portogallo, troverai la più antica fabbrica di porcellane del Portogallo. Fine a Milano, per (ri)scoprire l’influente opera progettuale dell’architetto Aldo Rossi.

Meisenthal utilizza la fibra di vetro

Ritaglio di un vaso Douglas in vetro soffiato di fresco (design François Azambourg).

Il camino di mattoni, che aveva smesso di fumare più di mezzo secolo fa, è ancora lì, è vero, un po’ traballante. Vestigia di uno dei centri vetrai più antichi del mondo – nato nel 1704 e chiuso nel 1969 – è oggi il faro di un nuovo luogo di vita e di cultura, composto da museo, produzione del vetro artigianale, sale per spettacoli e negozio, il tutto collegato da una voluta di cemento che abbraccia le ondulazioni delle montagne circostanti.

Questa riconversione del sito del vetro di Meisenthal, in Mosella, sostenuta dalla comunità dei comuni del Pays de Bitche (46 comuni e 35.500 abitanti), è opera degli architetti newyorkesi SO-IL, associati all’agenzia parigina Freaks. Ci sono voluti quattro anni di lavoro dal 2018, con il sostegno della Fondazione Bettencourt-Schueller, per trasformare questo deserto industriale in un luogo turistico in un ambiente rurale, inaugurato il 1ehm Maggio.

È anche il culmine degli sforzi di un’associazione di volontari che, dagli anni ’80, circondandosi di veterani del vetro, si sono mobilitati per non perdere questo patrimonio del loro territorio, nei Vosgi settentrionali.

“Con buona volontà e un po’ di filo, abbiamo prima creato qui un piccolo museo del vetro, poi, nel 1992, il Centre international d’art verrier [CIAV], preservare e trasmettere la pratica artigianale. Fino, finalmente, a questo magnifico complesso vetrato contemporaneo »ricorda Yann Grienenberger, direttore della CIAV, emozione nella voce.

I visitatori possono aspettarsi una passeggiata piacevole e istruttiva, della durata di quasi due ore. Permette di passare dalla storia del vetro abituale utilizzato nelle arti della tavola, poi del vetro artistico, ad una dimostrazione di soffiatura, con il balletto dei raccoglitori muniti della canna per soffiare intorno al miele incandescente (vetro fuso ), e finire, perché no, con una mostra d’arte contemporanea nella vecchia vetreria della fabbrica che dava lavoro, al suo apice, fino a 650 operai.

Hai ancora l’83,14% di questo articolo da leggere. Quanto segue è riservato agli abbonati.

Ulysses Esposito

"Student. Web specialist. Music guru. Bacon expert. Creator. Organizer. Traveler. Coffee enthusiast. Explorer."

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *