Sulla spiaggia di Trieste, in Italia, le donne hanno impedito alle donne musulmane di nuotare coperte

L’incidente è avvenuto domenica in una località chiamata Pedocin, a Trieste, nel nord-est dell’Italia. Secondo l’ANSA questo negozio è l’unico in Europa dove c’è un negozio separato per donne e uomini, ed è un muro. Fu costruito alla fine del XIX secolo per impedire l’allevamento degli animali senza luce solare.

Il problema non è che vanno a nuotare vestiti, ma che girare per la città vestiti è molto poco igienico, ha detto Il Messaggero citando una delle donne. Le donne musulmane, in particolare, indossavano i cosiddetti burkini, cioè costumi da bagno che coprivano il corpo, compresa la testa, qui venivano spogliate e con indosso giravano per la città.

Altre donne sulla spiaggia, vestite con i tradizionali costumi da bagno doppi, hanno difeso le donne musulmane. È bello fare il bagno quanto vuoi, disse uno di loro.

Nel conflitto la sicurezza del popolo doveva essere uccisa. Ma secondo le regole, non ci sono regole secondo cui le persone dovrebbero fare il bagno lì.

Il mese scorso, il sindaco di un’altra località italiana, Monfalcone, Anna Maria Cisintov, ha attirato l’attenzione dei residenti, che hanno affermato che era inaccettabile per le donne musulmane fare il bagno con il velo. Chi proviene da un ambiente diverso dal nostro ha l’obbligo di rispettare le regole e le consuetudini vigenti nel contesto italiano e locale. L’islamizzazione del nostro Paese non può essere accettata, ha detto Cisintov, membro di uno dei partiti di coalizione di governo italiana, la Lega di estrema destra.

L’acquisto del burkini sulle spiagge del centro di Mosca è avvenuto nel 2016 in Francia, dove alcune città, come Nizza e Cannes, hanno vietato l’uso del burkini per le donne in spiaggia. Ma il tribunale ha poi annullato tali danni.

Celio Bruno

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