Secondo un nuovo rapporto europeo, i Paesi Bassi stessi sono responsabili della crisi dell’asilo

I Paesi Bassi devono la loro crisi dell’asilo principalmente alla propria politica, secondo la quale i centri di accoglienza sono stati rapidamente chiusi. È quanto emerge dal rapporto annuale dell’Agenzia europea per le questioni di asilo, EUAA, pubblicato martedì.

Il rapporto elenca i dati sull’asilo e l’approccio di tutti i paesi europei. I dati comparativi mostrano che i Paesi Bassi hanno un numero di richiedenti asilo per abitante inferiore rispetto alla media dell’UE. Anche in termini assoluti, i Paesi Bassi non sono tra i primi 5 paesi che insieme ospiteranno il 70% dei rifugiati nel 2022.

I Paesi Bassi hanno chiesto misure forti

Si tratta di dati eclatanti, perché il VVD ha fatto dell’immigrazione e dell’asilo la punta di diamante della sua campagna elettorale. Ma anche perché l’anno scorso il governo olandese è emerso come leader di un gruppo di paesi che hanno chiesto misure forti contro l’afflusso di richiedenti asilo nel contesto europeo.

Germania, Francia e Austria, anch’esse parte di questo gruppo, finiscono tra le prime 5 alla fine del 2022, insieme a Spagna e Italia. In Germania hanno chiesto asilo 244.000 persone. Questa cifra è stata del 25% superiore rispetto al 2021.

Mancanza di un sistema di raccolta stabile

Nei Paesi Bassi ci sono state 37.020 domande di asilo, poco più che in Belgio. Nei Paesi Bassi e in Belgio in particolare sono sorti grossi problemi in termini di accoglienza. Nei Paesi Bassi, il centro richieste Ter Apel è diventato sovraffollato e a Bruxelles centinaia di richiedenti asilo hanno dormito per mesi.

Per quanto riguarda i Paesi Bassi, l’Agenzia europea per l’asilo scrive che la situazione è in parte il risultato della continua apertura e chiusura di centri e dell’assenza di un sistema di accoglienza stabile e con finanziamenti sufficienti.

Questo problema è ancora lì. “Non esiste una soluzione strutturale alla mancanza di posti alloggio”, scrive l’EUAA. Ritardi significativi si sono insinuati anche nelle procedure di asilo, ma entro il 2022 più dell’80% dei richiedenti otterrà lo status.

L’agenzia rileva che i Paesi Bassi hanno dovuto fare i conti con un improvviso aumento del numero di domande di asilo nel 2022. Per la prima volta sono state più che nel 2016. Nel 2022, in tutta l’UE sono arrivati ​​un milione di richiedenti asilo, ai quali si aggiungono quattro milioni di persone provenienti dall’UE. Ucraina. Non sono registrati come richiedenti asilo.

Nessuna evidenza di effetto “aspirazione”.

Colpisce notare che gran parte dei richiedenti asilo, ovvero 42.000 persone, sono minorenni. Due terzi di loro provengono dalla Siria. Un numero relativamente elevato di richiedenti asilo minori non accompagnati arriva nei Paesi Bassi. Secondo un rapporto del Ministero della Giustizia olandese del giugno 2022, ciò è dovuto al fatto che i Paesi Bassi sono flessibili quando si tratta di ricongiungimento familiare.

Resta da vedere se sia davvero così. Martedì l’Istituto Verwey-Jonker ha pubblicato i risultati di uno studio sul cosiddetto “effetto attrazione” della politica d’asilo. Si scopre che non ci sono prove scientifiche per questo. I richiedenti asilo preferiscono principalmente un determinato paese perché lì vivono i loro familiari.

Anche i Paesi Bassi non sono in cima alla lista dei paesi che ospitano i minori. Al primo posto c’è l’Austria con 13.000 minori non accompagnati. Al secondo posto c’è la Germania, seguita dai Paesi Bassi, dove sono arrivati ​​4.200 giovani. In Austria e nei Paesi Bassi queste cifre non sono mai state così elevate.

Per il 2023, i Paesi Bassi sembrano essere in calo rispetto al 2022. Nei primi sei mesi sono arrivati ​​30.000 richiedenti asilo, in calo rispetto ai 31.000 dell’anno precedente. In tutta l’UE, il numero di domande di asilo è salito di nuovo a 519.000 in sei mesi.

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Carlita Gallo

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